Inutile contestare l’arbitro per la mancata assegnazione del penalty. Non serve prendersela con il guardalinee per non aver segnalato l’offside. Non ha senso lamentarsi per gli interventi a gamba tesa. Alla fine conta il risultato. E il sindaco di Cesa Enzo Guida nella partita della vita, quella del Piano urbanistico comunale, ha alzato la coppa. Il primo cittadino mette in bacheca la Champions. Per anni il Puc è stato il fulcro dello scontro politico e giudiziario. L’opposizione ha dato battaglia. Sono fioccate osservazioni e ricorsi al Tar. E proprio i giudici amministrativi hanno messo una pietra tombale sulle polemiche. La recente sentenza sui rilievi mossi da un gruppo di cittadini fa calare il sipario su anni di accuse e repliche, di attacchi e azioni difensive, di botte e risposte. Nel ricorso è stato contestato anche il famigerato mancato invio dell’incartamento del Puc alla Provincia di Caserta. Per i giudici non rileva rispetto agli interessi dei ricorrenti, che fra l’altro hanno commesso una serie di autogol nella presentazione dell’istanza. Sul versante opposto Giuseppe Costanzo, avvocato del Comune, non ha sbagliato una mossa. Non è una novità. Si tratta di uno dei migliori amministrativisti in circolazione in Campania. Ha rintuzzato tutte le offensive. Ed è partito in contropiede. Palla in rete: 1-0. In un’altra ripartenza ha messo a segno il secondo gol. Poi il tris, il poker e la manita. Il processo si è concluso con una goleada di Costanzo. Va dato atto a Guida di aver puntato su un fuoriclasse. In sede amministrativa il rischio di perdere è sempre dietro l’angolo. La sconfitta sarebbe stata una stangata per la coalizione di centrosinistra. In caso di annullamento del Puc sul futuro del sindaco sarebbe calato un cono d’ombra. A diradare tutte le nuvole ci ha pensato l’avvocato Costanzo. Un sollievo per Guida. Una liberazione per la maggioranza. Come sempre il sindaco non ha resistito a rinfacciare all’universo mondo, in primis agli esponenti dell’opposizione, che il Puc di Cesa è legittimo. In punta di diritto è vero. Ma la fascia tricolore si è guardata bene dal dire che il Tar non è andato nel merito del punto più contestato dalla minoranza: la mancata ricezione dello strumento urbanistico da parte della Provincia di Caserta. I giudici hanno rimarcato un altro aspetto che negli ultimi anni si è consolidato nella giurisprudenza: l’ampia discrezionalità dei Comuni nella programmazione urbanistica del territorio. Non solo. I togati hanno bocciato le richieste dei ricorrenti perché l’invio o meno del Puc all’ente dell’ex Saint Gobain non avrebbe inciso in ogni caso sulla riclassificazione dei loro suoli. Guida porta a casa la vittoria decisiva. Non ci sono altre azioni pendenti e non ci sono più i termini per adire la giustizia amministrativa. In questo campo c’è il triplice fischio finale. Tutt’altra storia è la partita sul piano penale. Sono stati presentati diversi esposti alla magistratura. Come si concluderanno le indagini? Non sarebbe in grado di dare una risposta certa nemmeno l’oracolo di Delfi. Non ci resta che stare a vedere. Sul terreno politico-amministrativo però Guida ha le sue colpe. Una su tutte: la messa all’indice dei consiglieri di opposizione Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. In questo match ha giocato sporco. Avrebbe meritato il cartellino rosso. Battersi sulla legittimità del Puc è una prerogativa della minoranza, anzi un dovere. Definirli “nemici della città” è una cattiveria. Li espone a rappresaglie. In palio ci sono svariati milioni di euro. Scrivere sulla lavagna i “buoni” e i “cattivi” è un malefico svarione politico. Un conto è dire: “Abbiamo agito legittimamente”. Altra cosa è accusare l’opposizione di remare contro lo sviluppo del territorio. Ma il sindaco è fatto così. Non gli piace vincere. Deve per forza strafare. Ed è proprio il suo modus operandi che lo ha portato a commettere un altro errore fatale. Creare eccessiva aspettativa tra la popolazione rischia fortemente di provocare delle storture nella fase esecutiva del Puc. La sfida più difficile riguarderà i Piani attuativi. Un percorso sdrucciolevole. Serviranno controlli serrati. Bisognerà piantare paletti fermi per evitare piccole o grandi speculazioni. Promettere rose e fiori (e qui sbaglia Guida) ha il sapore di un “tana liberi tutti”. Andate, fate. In tal caso sarebbe un disastro. Una cosa è costruire rispettando indici e standard, tutt’altra storia è cementificare. È un bivio. Quale strada imboccheranno il sindaco e la maggioranza?
Mario De Michele