Il governo albanese ha pubblicato il testo integrale del protocollo Italia-Albania sulla gestione dei flussi migratori. Sul sito del primo ministro Edi Rama si possono consultare, in lingua albanese, tutti i 14 articoli dell’intesa e i due allegati. Il primo riguarda le aree destinate alla realizzazione delle strutture per le procedure di ingresso e per la verifica delle condizioni di riconoscimento della protezione internazionale e per il rimpatrio dei migranti che non hanno diritto di ingresso e soggiorno nel territorio italiano. Si fa riferimento a una mappa con l’identificazione delle aree, che però non è illustrata. Il secondo allegato è sulla “regolazione dei rimborsi da parte italiana a parte albanese” e, fra l’altro, prevede che entro 90 giorni dall’entrata in vigore dell’intesa Roma accredita a Tirana “16,5 milioni di euro “per il primo anno di attuazione del protocollo”. Nello stesso termine l’Italia deve costituire un fondo di garanzia presso una banca che opera in Albania. In base al protocollo firmato con l’Italia, in Albania ci sarà un solo centro di accoglienza con tremila posti, e un posto di primo arrivo, dove i migranti saranno ospitati “in condizioni dignitose” e poi trasferiti all’unico centro previsto. Lo ha detto il premier albanese Edi Rama a Rainews24, chiarendo che non si tratta di due centri di accoglienza. In ogni caso, ha puntualizzato, nella stessa area Tirana ha ospitato in passato oltre 4.000 afghani e ora, con la rotazione prevista, si potranno ospitare circa 36 mila persone nel periodo previsto dal protocollo. Edi Rama ha poi replicato ai sospetti di contropartite promesse dall’Italia, affermando che si tratta solo di “contraccambiare tutto il bene che ci ha fatto questo Paese dall’89 in poi”. Il premier ha infine definito infondati, in risposta soprattutto a interrogativi sorti in Albania, i timori di una ricaduta sull’economia albanese, e in particolare sul turismo, a seguito dell’accoglienza dei migranti. A Rama è stato poi chiesto come mai ha accettato solo la richiesta dell’Italia, pur avendone ricevute da altri Paesi. “Perché l’Italia ci è stata vicina dal 1989, quando noi eravamo con l’acqua alla gola, quando eravamo sull’orlo del precipizio ci hanno portato aiuti incredibili. Quando c’è stato il terremoto i Vigili del fuoco italiani hanno sacrificato per noi le loro vite. E’ una sponda dello stesso mare, un Paese dove gli albanesi si sentono a casa loro, non solo quando si spostano per lavoro ma anche per turismo”. Il premier albanese ha quindi confermato che non vi è stata alcuna contropartita. “L’ entrata in Ue non si fa così, ‘prendete 30.000 migranti e vi facciamo entrare in Ue’, anche perché io non vedo la nostra come una soluzione magica per i migranti che arrivano in Italia”. “Noi non siamo nell’Ue ma siamo un Paese europeo e non riusciamo a capire come mai, a fronte di guerre ovunque, non si riesca a fare un un dialogo normale per capire come risolviamo questa cosa”. “Ci sono Stati europei che sono chiusi, che non vogliono persone di un altro colore o religione, che hanno accolto milioni di ucraini perché bianchi e cristiani, e altri, come la Svezia, che hanno accolto tutti e ora ha problemi di ordine pubblico – ha proseguito – Bisogna trovare una via europea per trovare un modo di regolarizzare i flussi rispettando il diritto di tutti gli esseri umani a essere salvati respingendo i criminali. Sono questioni che non si possono risolvere facendo una guerra politica”. “Gli investimenti l’ Italia li ha fatti senza contropartita – ha aggiunto – per il nostro legame, che ha radici profonde”. “Il quadro giuridico sulla migrazione” in Albania è “in gran parte allineato” con le leggi europee, ma necessita di essere “aggiornato in linea con gli sviluppi sul fronte dell’Ue”. È quanto si legge nel report sull’Albania, contenuto nel pacchetto sull’allargamento presentato oggi dalla Commissione europea. Tirana “ha contribuito alla gestione dei flussi migratori misti verso l’Ue” ma, si legge nel rapporto, “non sono stati compiuti progressi per quanto riguarda i rinvii e l’accesso alle procedure di asilo e permangono carenze nelle procedure di rimpatrio”. L’Albania dovrebbe adottare “misure concrete per rispondere alle esigenze dei minori non accompagnati e allineare la sua politica dei visti a quella dell’Ue”. Nel rapporto si sottolinea inoltre la necessità di “sforzi continui e sostenuti” per affrontare il fenomeno delle richieste di asilo presentate da cittadini albanesi negli Stati membri dell’Ue e nei Paesi associati a Schengen, che sebbene inferiore al livello pre-pandemia “è aumentato nuovamente nel 2022”. “L’accordo sottoscritto con lo Stato albanese rispetta tutte le norme comunitarie, ben diverso da altri accordi che sono stati fatti da altri Paesi. Punta ad avere la massima sicurezza e fare in modo che coloro che non hanno rispettato le regole e non hanno diritto di entrare in Italia possano essere riaccompagnati nei loro Paesi di origine”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando coi giornalisti a conclusione della riunione dei ministri degli Esteri del G7 a Tokyo. “Possono andare in quei porti soltanto le navi militari italiane e non di ong. Possono andare in quei centri soltanto le persone che non siano minori o donne in gravidanza”, ha sottolineato. “E’ un accordo scritto nel pieno rispetto delle norme comunitarie e credo che sia una scelta positiva”. Quella di una struttura per trattenimento di richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri è l’ipotesi di lavoro, frutto di una collaborazione con un Paese amico e fratello come è stato detto dal premier albanese Rama. Capisco che le cose innovative spesso suscitano discussioni ma vedrete che tutto si comporrà secondo una logica che abbiamo annunciato da tempo e su cui stiamo lavorando. Fa parte di questo piano complessivo”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sull’accordo Italia-Albania, a margine di un convegno del Fondo edifici di culto. Il ministro ha confermato che la giurisdizione su questi centri sarà italiana. Quanto alle modalità con la quale essa di attuerà, Piantedosi ha aggiunto che “questo poi si vedrà nell’implementazione che dovrà avere l’accordo che è stato sottoscritto in prima battuta”. “Non metto in discussione l’accordo con l’Albania. Non è un accordo fake, ma una buona mossa”. Lo afferma il vicesegretario della Lega Andrea Crippa conversando alla Camera.