Nella trattativa sul Patto Ue si fa meno stringente l’ipotesi sui tempi per la riduzione minima del debito prevista per i Paesi che sforano il 60% del Pil. E’ quanto emerge dall’ultima versione del documento di lavoro preparato dalla presidenza spagnola dell’Ue per l’Ecofin. La svolta è stata ottenuta su proposta danese, che prevede come salvaguardia il calo del debito nei 4 anni dopo il periodo di aggiustamento (4 anni estendibili a 7 che diventano 8 estendibili a 11). I tedeschi chiedevano che il calo avvenisse già nell’ultimo anno, mentre l’iniziale bozza spagnola arrivava a 14 anni (17 in caso di estensione). E’ quanto emerge dal documento consultato dall’ANSA e da fonti a conoscenza della trattativa. Nadia Calvino, ministra dell’Economia della Spagna, Paese alla presidenza di turno dell’Ue, esclude che ci siano dei Paesi che nell’attuale trattativa sul Patto di stabilità preferirebbero un ritorno alle vecchie regole rispetto a ipotesi penalizzanti con ulteriori salvaguardie sul deficit: “Non ho sentito queste osservazioni da parte di alcuno Stato negli scambi molto intensi che abbiamo avuto nelle ultime settimane”, ha detto nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin. “Quello che abbiamo sentito oggi è un impegno molto forte ad adottare le nuove regole e un appello da parte di tutte le istituzioni” a trovare un accordo. Nella riforma del Patto di Stabilità l’Italia non teme il ritorno alle regole fiscali attualmente sospese con la clausola di salvaguardia, rispetto a ipotesi di revisione penalizzanti e che prevedano ulteriori parametri di calo del deficit sotto il 3% del Pil. E’ quanto si apprende da fonti del Mef. Roma non teme invece l’idea che vengano inserite delle salvaguardie per il calo medio annuo del debito, purché siano su valori sostenibili e credibili.

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