Ieri il via libera del Consiglio dei ministri ai due decreti legislativi riguardanti la giustizia, compreso il provvedimento sulle ‘pagelle’ per le toghe. Non ci sarebbe tra le misure previste quella ipotizzata nel pre-Consiglio dei ministri sui test psico-attitudinali per i magistrati. Altra questione è quella delle pagelle ai magistrati, con il “fascicolo del magistrato”: una valutazione dell’operato, istituita presso il Csm. Dentro ci andranno – secondo quanto emerso – numeri, dati e giudizi compilati dai vertici degli uffici giudiziari, i procedimenti pendenti, l’esito delle richieste o dei provvedimenti resi nelle fasi del processo, i verbali delle udienze. Il Csm infine valuterà la toga con promozioni e bocciature, ogni quattro anni, a partire dalla data di nomina. L’esame si conclude dopo la settima valutazione, cioè dopo 28 anni di carriera. In questo percorso professionale sarebbero presenti diversi criteri di valutazione, con step di valutazione e bocciature che passano dal Consiglio giudiziario, l’organo consultivo decentrato del Csm, e poi dallo stesso Csm, con controfirma finale dello stesso ministro. In caso di valutazione non positiva o negativa di un magistrato, si riducono le ipotesi di dispensa dal servizio, prevedendo comunque penalizzazioni economiche e di carriera, prevede uno dei decreti legislativi per la riforma dell’ordinamento giudiziario approvato oggi. Attualmente, dopo una valutazione negativa, per non essere escluso dalla magistratura occorreva per il magistrato avere obbligatoriamente una valutazione positiva. Con la riforma, ora può esserci anche una valutazione non-positiva (che è diversa da negativa): in questo caso il magistrato rimane in magistratura, è rivalutato dopo un anno e perde aumento di stipendio e progressione di carriera. I test psicoattitudinali per i magistrati restano lì. Sono stati accantonati, messi da parte per un po’, ma sono ancora a portata di mano. Nella maggioranza c’è la volontà di introdurli, prima o poi. Anche la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è convinta che l’obiettivo sia quello, ma solo dopo un confronto con i giudici. Ma spingere adesso significherebbe arare il terreno di scontro con i pm. Uno stop, quindi, rispetto alla volontà di accelerare che si è manifestata nel governo, con la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano nella riunione preparatoria con i tecnici, prima del consiglio dei ministri. L’intenzione che prevale adesso è quella di non creare altri fronti. Il clima è ancora troppo acceso, dopo le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulla “opposizione giudiziaria”, e dopo gli ultimi decreti, che hanno modificato le pagelle per i magistrati e hanno dato una stretta alla disciplina del collocamento fuori ruolo. In questa chiave, è stata letta anche la ricostruzione di via Arenula fatta uscire poco dopo una visita del ministro Carlo Nordio a Palazzo Chigi, mentre Meloni era impegnata al tavolo con i sindacati: è stato il ministero della Giustizia – è stato fatto sapere – a stoppare ieri in pre-Consiglio dei ministri l’ingresso nei decreti attuativi della riforma Cartabia dei test psicoattitudinali per i magistrati, tenendo il punto sui decreti legislativi che sono stati approvati dal Consiglio dei ministri. “Con la nostra riforma – ha spiegato Nordio – non verrà penalizzato il magistrato che sbaglia troppo spesso. La nostra riforma contempla la grave sanzione per il magistrato soltanto quando i suoi provvedimenti sono abnormi, manifestamente contrari alla logica”. L’intenzione del governo è quella di stemperare il clima con le toghe. Un proposito che non può che incontrare i favori del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, capo del Consiglio superiore della magistratura: nelle prossime ore è in programma il plenum, con il Capo dello Stato. Anche Crosetto ha tentato di smorzare gli effetti delle sue accuse, aprendo alla richiesta delle opposizioni: “Avendo parlato di riunioni pubbliche fatte da associazioni mi pare che ci sia poco da denunciare – ha detto – Ma se vogliono che riferisca in Parlamento, riferisco volentieri”. I magistrati ancora non hanno derubricato: “Opposizione giudiziaria – ha detto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia – è un termine inaccettabile sul piano costituzionale”, l’accusa di Crosetto è “gravissima”. Poi la telefonata fra i due: “Crosetto ha avuto la cortesia di chiamarmi – ha rivelato Santalucia – E’ fuori Italia e quando ritornerà probabilmente ci incontreremo”. In serata è stato Nordio a dare una lettura della vicenda: “Non temo un attacco della magistratura e non lo teme neanche Crosetto – ha detto -. Credo che il ministro della Difesa abbia interpretato quello che è un sentimento abbastanza diffuso e che si è creato in questi decenni ed è stato acuito dallo scandalo Palamara”. Il tema dei test psicoattitudinali è comunque sul tavolo. E’ vero che la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano si è fermata alla riunione preparatoria del consiglio dei ministri, senza approdare nei decreti, ma la volontà di procedere in quella direzione resta. “Non è stata ancora introdotta solo perché la legge delega del governo non lo consentiva – ha chiarito il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, di Forza Italia – ma è una cosa che va fatta. In Francia e in Germania è una prassi, evidentemente non è un’offesa alla magistratura”. Come resta il progetto di separazione delle carriere fra magistratura inquirente e magistratura giudicante, altro tema di tensione con i magistrati. “La posizione di Forza Italia è chiara – ha ribadito il capogruppo azzurro, Paolo Barelli – la riforma della giustizia serve al Paese e ai cittadini, non è contro qualcuno. Noi vogliamo ci sia equidistanza tra difesa e accusa nei confronti del giudice che deve essere terzo”. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha provato a rassicurare: “C’è bisogno di una riforma della giustizia, che è da fare insieme a magistrati e avvocati”.