Un attacco aereo israeliano ha ucciso 76 membri di una famiglia allargata a Gaza City, secondo quanto riporta l’Associated Press sul proprio sito web citando funzionari dei soccorsi dell’enclave, che oggi hanno riportato il bilancio del raid avvenuto ieri contro un edificio della città. L’attacco “è stato tra i più sanguinosi della guerra tra Israele e Hamas”, ha detto Mahmoud Bassal, portavoce del dipartimento della Protezione Civile di Gaza, fornendo un elenco parziale dei nomi e sottolineando che tra i morti ci sono donne e bambini e Issam al-Mughrabi, impiegato del Programma di sviluppo Onu, sua moglie e i loro cinque figli. Fonti mediche nella Striscia di Gaza riferiscono che almeno 20 persone sono rimaste uccise in un attacco compiuto stanotte nel campo di Nuseirat e a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Lo riporta Haaretz, secondo cui i media nella dell’enclave hanno riferito questa mattina di attacchi da parte dell’Idf in diverse località lungo la Striscia, da Jabaliya nel Nord a Rafah nel Sud. A Jabalya sono stati segnalati scontri a fuoco e pesanti bombardamenti nei quartieri orientali e in diverse località, e Hamas e la Jihad islamica hanno annunciato che i loro uomini stavano conducendo scontri a fuoco con l’esercito israeliano. Oltre “200 terroristi di Hamas e della Jihad islamica sono stati arrestati durante la settimana e portati in Israele per essere interrogati”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, sottolineando che “alcuni degli operativi si sono volontariamente arresi”. Dall’inizio dell’operazione a Gaza – secondo la stessa fonte – fino a ora sono “oltre 700 operativi delle organizzazioni terroristiche nella Striscia sono stati catturati e interrogati”. L’esercito israeliano ha colpito durante la notte scorsa e questa mattina “diversi obiettivi terroristici di Hezbollah, tra cui infrastrutture operative, infrastrutture terroristiche e un complesso militare”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui “l’Idf ha attaccato anche con l’artiglieria in territorio libanese”. L’esercito israeliano continua ad operare nel centro, nel sud e nel nord della Striscia di Gaza. Secondo il portavoce militare, nel corso di un’operazione nel sobborgo di Bakshi di Gaza City, è stato scoperto “un deposito di armi nascosto in scatole di giocattoli di una scuola materna”. Sono stati sequestrati “decine di colpi di mortaio, elmetti e lancia granate”. A sud di Gaza City, nel sobborgo di Issa – secondo la stessa fonte – aerei israeliani e forze di terra hanno “eliminato decine di terroristi”. Operazioni anche nel campo profughi di Shati, nel nord dell’enclave palestinese, dove “sono stati uccisi tre terroristi”. “Niente può giustificare i terribili attacchi terroristici lanciati da Hamas il 7 ottobre, o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi”. Lo ha detto su X – ripreso dai media israeliani – il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, aggiungendo di ribadire il suo appello “affinché tutti gli ostaggi rimasti siano rilasciati immediatamente e senza condizioni”. L’intervento di Guterres ha fatto seguito alla Risoluzione sugli aiuti umanitari a Gaza votata ieri in Consiglio di sicurezza al Palazzo di Vetro, nella quale non c’era menzione alcuna di condanna nei confronti dell’attacco terroristico di Hamas. In 75 giorni di guerra a Gaza sono rimasti uccisi 136 addetti delle Nazioni Unite, una cosa “mai vista” nella storia dell’Onu, secondo quanto dichiarato dal segretario generale, Antonio Guterres, sul suo account su X, che chiama le vittime “nostri colleghi”. “Molti del nostro personale sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Rendo omaggio a loro e alle migliaia di operatori umanitari che rischiano la vita nell’aiutare i civili a Gaza”, scrive ancora Guterres sul suo tweet.