È la pagina politica più buia del comune di Cesa la decadenza dei consiglieri di opposizione Ernesto Ferrante, Carmine Alma, Amelia Bortone e Maria Verde. Mai nella storia amministrativa della città alle porte di Aversa la minoranza era stata spazzata via manu militari con uno schiaffo alla democrazia che grida vendetta. Peggio è stato solo lo scioglimento per camorra del civico consesso. Qualcuno degli amministratori in carica ne sa qualcosa. Inevitabile e doveroso il ricorso al Tar da parte delle vittime di un golpe scandaloso. I veri motivi della decapitazione risiedono nell’azione di controllo operata da Ferrante, Alma, Bortone e Verde. Basta dare un’occhiata alle motivazioni di voto espresse da alcuni esponenti della maggioranza nel consiglio comunale della vergogna, durante il quale il sindaco Enzo Guida si è “distinto” con affermazioni gravissime di cui darà conto in sede penale. I ricorsi ai giudici amministrativi sono stati notificati ieri al comune di Cesa, alla Prefettura di Caserta ed ai consiglieri subentrati Ginotto De Angelis, Maria Rosaria Guarino, Raffaele Bencivenga e Maria Oliva. Gli avvocati Francesco Maria Caianiello, Agostino Armando Carratù e Luigi Migliaccio, per conto dei ricorrenti, hanno chiesto l’annullamento delle delibere di decadenza e di tutti gli atti prodromici e successivi con l’adozione dei provvedimenti di tutela cautelare. Sono stati impugnati gli atti di avvio del procedimento del 14 novembre, mediante i quali sono state ratificate le precedenti comunicazioni di avvio del procedimento notificate dal presidente del consiglio comunale Mimì Mangiacapra, giudicate “evidentemente illegittime perché l’organo consiliare non aveva competenza né potere”. Non solo. Le deliberazioni di decadenza sono state adottate nonostante le “giustificazioni” con cui è stato specificato, nel dettaglio, il motivo delle assenze come la protesta politica legittimamente manifestata anche mediante la non partecipazione alle adunanze consiliari. Non è sacrosanto per un esponente dell’opposizione disertare i civici consessi se la maggioranza calpesta le regole? L’azione di Ferrante, Alma, Bortone e Verde è sempre stata contrastata aprioristicamente e strumentalmente per limitarne le prerogative. Per non parlare delle funzioni di sindacato ispettivo. Per la minoranza è sempre stata una missione impossibile ottenere dagli uffici tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. Al netto dell’esito giudiziario, non si è mai visto, probabilmente in nessun comune d’Italia, la cancellazione dell’opposizione. Un provvedimento che potrebbe ispirare al massimo Javier Milei, il nuovo presidente dell’Argentina, noto per la sua propensione all’alcol. Avviso ai lettori: non garantiamo la nostra presenza durante le festività tra la fine e l’inizio dell’anno. Siamo in attesa dell’autorizzazione di qualche sindaco abituato a “controllare” con prebende sotterranee gli organi di informazione. Scherziamo, ovviamente. La nostra stella polare è la frase di un noto pontefice: “La libertà non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che dobbiamo”. Vallo a spiegare ai sindacucci del Rione Sanità.