La bufera politica sul caso Pozzolo, che sembrava assopita dopo la sospensione del deputato da FdI, è tutt’altro che finita e stavolta sotto il fuoco dell’opposizione finisce nuovamente Andrea Delmastro. L’occasione per le opposizioni – con Pd e Iv che chiedono le dimissioni del sottosegretario alla Giustizia – è arrivata al question time al Senato, anche alla luce di indiscrezioni emerse sul Foglio: secondo il quotidiano il parlamentare piemontese, allontanato dal partito per aver portato il mini revolver alla festa di Capodanno a Rosazza, avrebbe ripetuto in questi giorni che il colpo di pistola, con il conseguente ferimento di Luca Campana, sarebbe partito dal caposcorta di Delmastro. Ed inoltre – stando a una versione ancora da verificare e in attesa delle indagini della Procura – che il sottosegretario al momento dell’incidente si trovava nella sala dove si stava festeggiando con tutti gli altri invitati e quindi non fosse, come dichiarato subito, in un parcheggio a duecento metri di distanza. Rumor che al momento per il ministro Nordio non hanno fondamento. Di fronte alle richieste di chiarimento di Matteo Renzi, e della senatrice dem, Anna Rossomando, il Guardasigilli specifica: “Vorrei parlare da magistrato e non posso. E dovendo parlare da ministro non posso che inchinarmi di fronte al segreto istruttorio. Sono in corso indagini e sarebbe improprio e delittuoso se dovessi rivelare delle cose, che comunque non so. Ci inchiniamo di fronte all’autonomia e la tanto decantata indipendenza della magistratura”, spiega Nordio annunciando anche che: “una volta terminati gli accertamenti dei pm, non ci sottrarremo alle risposte, anche politiche, che dovremmo dare”. Dagli scranni i senatori di Iv e Pd hanno passato ai raggi x le dichiarazioni di Delmastro su quanto avvenuto quella notte a Rosazza e quindi sul fatto che avesse detto di essere distante dalla scorta al momento dello sparo. Un comportamento che Nordio assolve bonariamente: “vorrei che molti, anche rappresentanti di governi precedenti ed ex ministri della Giustizia, mi affermassero sul loro onore che non hanno mai contravvenuto alle regole della tutela: che non sono mai scappati, come si dice, dalla scorta seminandola. Con me non avviene, ma io temo che questo sia accaduto nel passato”. E sulla presenza della scorta alla festa aggiunge: “Non vi è niente di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare chi partecipa a quella situazione”. Sul tavolo delle accuse politiche ci sono anche i dubbi sulla natura dei rapporti tra il sottosegretario e alcuni settori della polizia penitenziaria, secondo l’opposizione vicini al suo partito. La senatrice del Pd Rossomando getta l’ombra di un’attività di propaganda citando, oltre alla festa di Capodanno, anche una cena dello “scorso 3 dicembre a Biella, organizzata per gli auguri di Natale di Fratelli d’Italia dove erano presenti, tra gli altri, il sottosegretario Delmastro e l’onorevole Pozzolo”. Anche su questo il ministro fa quadrato e sottolinea la “particolare posizione” di Delmastro, che attraverso la delega al Dap, lo rende in particolari rapporti con gli agenti della penitenziaria. Rapporti, anche con i sindacati di settore, avvalorati dal “vivo e sincero apprezzamento per l’impegno profuso dal sottosegretario”. Renzi, insoddisfatto delle risposte del Guardasigilli, parla di “utilizzo proprietario della polizia penitenziaria e reticenza omertosa”. A chiedere le dimissioni del sottosegretario è anche l’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria: “il rapporto che lui ha instaurato dal primo momento del suo incarico sul ‘vogliamoci bene’, tra cenette e aperitivi, pacche sulle spalle e sorrisi, si è rivelato un ‘atto di tradimento’ rispetto alle troppe e numerose promesse di miglioramento delle condizioni di lavoro del personale”.