di Mario De Michele

Mossa sbagliata. Anzi, suicidio politico. Antonino Santillo si è scavato la fossa. Al suo fianco Gianfranco Piccirillo nelle vesti di becchino dell’amministrazione comunale. Ufficialmente il sindaco di Orta di Atella si è dimesso per il caso Lampano, sollevato da Italia Notizie (clicca qui). In realtà il vero obiettivo è l’estremo tentativo di salvare il cugino-eminenza grigia, finito nel mirino di Orta al Centro e Coraggio e inviso ad altre componenti della maggioranza. L’ex primo cittadino Andrea Villano e l’avvocato Pasquale Ragozzino hanno chiesto a Santillo di prendere le distanze da Piccirillo, considerato un elemento di disturbo per il buon andamento dell’azione politico-amministrativa. Pur di non sacrificare il suo braccio destro il sindaco ha fatto all-in: “Tutti a casa”. Ecco l’errore imperdonabile. Per bleffare si deve essere bravi a poker. Santillo non sa giocare nemmeno a sette e mezzo. Tutti gli alleati sanno che non ha carte in mano. Nemmeno una coppia. E quindi andranno a “vedere”. Non si faranno intimorire dalla prospettiva di tornare alle urne. Tanto, nella peggiore delle ipotesi, chi si farà più male sarà proprio Santillo. Nella maggioranza circola un ritornello: “Vuoi andare a casa? Beh, sarai accontentato, ti assumerai tutta la responsabilità dello scioglimento anticipato dopo 8 mesi di mandato”. L’all-in si è trasformato in un cul de sac. Santillo si è dimesso e ora spetta a lui uscire vivo dal maremoto che ha provocato. Lo stanno aspettando sulla riva. Venti giorni trascorrono in fretta. E le sue dimissioni non sono affatto irrevocabili. Lo sanno anche gli iscritti all’asilo della politica. “Hai fatto il braccio di ferro? Bene, vediamo chi è più forte”, è un altro mantra che ripetono in maggioranza. La traumatica decisione non è stata condivisa con nessuno, tranne che con Piccirillo. Per ritornare in sella Santillo lo dovrà silurare, assieme al “suo” assessore Annalisa Cinquegrana. Su questo non ci piove. Spazio ad altri. Ha scavalcato tutte le forze politiche? Ottimo, per continuare a fare il sindaco sarà costretto a fare ciò che non ha mai voluto fare: condividere le scelte amministrative con le forze politiche. Ha cercato di lisciare il pelo ai singoli consiglieri? Perfetto, ora si troverà di fronte gruppi più granitici perché senza alcun confronto consiliare sarebbe proprio lui l’artefice dello scioglimento. Insomma, la prova di forza di Santillo si rivelerà la conferma della sua debolezza politica e amministrativa. Sarà un sindaco di minoranza sia sul terreno politico che sul fronte consiliare. Ha voluto la guerra? E guerra sarà. All’ultimo sangue. Venti giorni volano. Tic toc, tic toc, tic toc.

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