La questione del terzo mandato consecutivo per i governatori e un aumento del numero dei consiglieri nelle piccole regioni affinché sia garantita la rappresentanza dei partiti negli organi esecutivi. Sono richieste delle Regioni contenute in una lettera inviata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, al governo, in particolare al ministro Calderoli. Le Regioni nella lettera sottolineano l’esigenza “di avviare un confronto costruttivo e collaborativo con il governo”. “La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome tenuto conto delle posizioni già precedentemente assunte, in particolare con riferimento al limite di mandato per gli organi di vertice degli enti territoriali e al numero dei componenti degli organi esecutivi delle Regioni, ha condiviso l’esigenza di avviare un confronto costruttivo e collaborativo con il governo”, si legge nella missiva a firma di Fedriga. “Mi sento di propiziare un coinvolgimento delle Regioni nel processo decisionale” sul terzo mandato “perché mi sembrerebbe profondamente scorretto decidere sull’organizzazione istituzionale e democratica delle Regioni senza le Regioni”, ha chiarito lo stesso Fedriga. “Ci auguriamo che si ascolti anche chi è direttamente coinvolto perché mi sembrerebbe alquanto particolare che si limitasse a un dibattito tra parlamentari”. La bocciatura in Commissione? “Sono normali dinamiche parlamentari”. Cauto il vicepremier e leader della lega Matteo Salvini: “Terzo mandato? decide liberamente il Parlamento, non c’è nessun problema di maggioranza, né di governo e abbiamo altri quattro anni davanti per aiutare gli italiani a lavorare di più e a stare meglio. Il terzo mandato se passa, passa, se non passa, amen, certo mi dispiace perché se si trova un buon sindaco o un buon governatore è giusto che si possa continuare a sceglierlo”. “Il governo a rischio per il terzo mandato è l’ennesima speranza della sinistra che non troverà realizzazione”. Lo afferma ad Affaritaliani.it il presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo alla domanda se l’esecutivo sia in pericolo all’indomani della bocciatura dell’emendamento della Lega che avrebbe consentito il terzo mandato ai presidenti di Regione. “C’è un tema che sfugge al dibattito concentrato sulle spaccature tra le forze politiche: la spaccatura tra la politica romana e quella della periferia del Paese, una divaricazione tra centro e periferia molto pericolosa che sfiora lo scontro istituzionale visti i ricorsi che molti stanno ventilando”. Lo ha detto il governatore della Liguria Giovanni Toti in un’intervista rilasciata a 24 mattino-Interviste di Radio24. “E’ una spaccatura centro-periferia che si vede nettamente dalla presa di posizione durissima del sindaco di Bari De Caro e del presidente di Anci, che promette addirittura ricorso alla Corte costituzionale”. “Se si deve mettere un limite ai mandati, che è una posizione anche accettabile in una logica complessiva, allora deve esistere per tutti. In un momento in cui l’elezione dei parlamentari non è basata sulle preferenze, ma su scelte fatte dalle segreterie nazionali, allora forse quel limite deve essere applicato a tutti”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, parlando a Sky, in merito al dibattito sul terzo mandato. “La posizione mia e dei sindaci è che mettere un vincolo al mandato solo ai sindaci e ai presidenti di Regione sembra un po’ un controsenso – ha aggiunto Manfredi – Io penso che vada salvaguardata la volontà popolare: quando c’è chi amministra bene è anche necessario garantire una continuità amministrativa e dove è necessario intervenire bisogna farlo in un approccio più complessivo di una riforma delle autonomia locali perché gli interventi spot spesso creano più problemi di quelli che risolvono”. “Credo che in un momento in cui si parla di amministratori locali sia importante che un partito nazionale ascolti le richieste. A quanto mi risulta, nella direzione si era deciso che ci sarebbe stato un successivo momento di riflessione, probabilmente sarebbe stato meglio uscire dall’aula così che questo momento di riflessione si continuasse all’interno del partito nazionale”, ha aggiunto Manfredi rispetto al voto contrario espresso ieri dal Pd in commissione al Senato sul terzo mandato. “Io ritengo che ci debba essere un maggiore ascolto degli amministratori che rappresentano l’interfaccia con i territori e con i cittadini – ha aggiunto – questa differenza di sensibilità che sempre emerge tra le decisioni romane e il territorio danno un segnale non positivo. Noi dobbiamo avere una maggiore capacità di interpretare questo rapporto e spesso dele decisioni che sono anche legittime e giustificate da un approccio più nazionale di mantenere un fronte unico delle opposizioni, poi vanno in contrasto con le sensibilità locali”.