Berlino cerca l’asse con l’Italia di Mario Monti per non finire nell’angolo nel caso di una sempre più probabile vittoria di Francois Hollande in Francia. E sottolinea l’azione comune svolta assieme ai partner europei contro la crisi. In settimana gli entourage dei due governi si sono incontrati a Bruxelles per rilanciare la crescita voluta da Roma e da Francoforte. Quel pilastro delle politiche anticrisi su cui spinge insistentemente il candidato socialista all’Eliseo, che chiede di ridisegnare il Fiscal compact nel segno delle politiche per la ripresa. Facendo traballare così quell’architettura tutta orientata al rigore, frutto del lavoro pignolo e ostinato di Angela Merkel.
L’incontro a Bruxelles è avvenuto fra il consulente delle politiche europee della cancelliera Meyer Landrut e il ministro per gli Affari europei Moavero Milanesi, spiegano fonti del governo tedesco. Obiettivo, un confronto su come utilizzare il prossimo consiglio europeo di giugno – come quelli di gennaio e marzo scorsi – per iniziative concrete sulla crescita. Chiaro il disegno politico della cancelliera, che sta cercando di arginare preventivamente il rischio di una sconfitta di Nicolas Sarkozy, il candidato su cui si è esposta oltre misura, arrivando a boicottare l’avversario, in vantaggio al primo turno. La Merkel gioca d’anticipo, per rinsaldare il rapporto con Roma. Prima che a farlo magari, nel caso in cui venga davvero eletto il 6 maggio, sia il socialista francese, che a sua volta cercherebbe una sponda italiana per isolare i tedeschi. In questo scenario il governo tedesco difende da giorni il suo oltranzismo sulla disciplina di bilancio, rifiutando però di essere identificato con una linea ottusamente rigorista: questo presupposto, con cui si parte nei diversi ragionamenti sull’Europa, che siano fatti in Olanda o in Italia, è “falso”. Al contrario, a Berlino ci si aggrappa proprio alle parole di Giorgio Napolitano, che ieri ha invocato azioni a livello europeo per la crescita: “Ha perfettamente ragione il presidente”, ha risposto oggi il portavoce della cancelliera Steffen Seibert, rispondendo a una domanda sulle affermazioni del Capo dello Stato. Precisando tuttavia a quale dimensione ricondurre il concetto di crescita: “Quella invocata da Napolitano e Draghi non è la crescita che si ottiene con programmi che aumentino il nostro debito e che non ci possiamo permettere. E’ la crescita sostenibile”, quella che “passa per le riforme”, ha chiarito nelle stesse ore la stessa Angela Merkel. E alla quale, non a caso, si è richiamato in serata anche Nicolas Sarkozy, contro la strategia di aumento della spesa dell’avversario: “Non c’é un solo paese al mondo – ha attaccato l’inquilino dell’Eliseo – che propone come prima misura l’assunzione di 61 mila dipendenti pubblici”. I timori di un eventuale isolamento trapelano da diverse precisazioni oggi a Berlino. “Noi facciamo ogni sforzo, assieme ai partner, per portare l’Europa fuori dalla crisi”. E “i pilastri” delle politiche europee di Berlino sono sempre stati due, il rigore nei bilanci e la crescita, attraverso riforme strutturali come quella del mercato del lavoro.