Nonostante una legge ratificata martedi’ che esclude dalla corsa per le presidenziali tutti i principali esponenti degli ultimi dieci anni del regime Mubarak, la commissione elettorale egiziana ha riammesso ieri sera in gara Ahmad Shafik, nominato premier negli ultimi giorni di potere del rais . La commissione ha infatti accolto un ricorso che Shafik aveva presentato ieri mattina dopo che le nuove norme erano entrate in vigore. Secondo l’agenzia Mena, la commissione elettorale ha anche deciso di chiedere che l’Alta Corte si pronunci sulla costituzionalita’ di questa legislazione.
Oggi dovrebbe essere presentata la lista completa e definitiva dei candidati ammessi a concorrere al primo turno del 23 e 24 maggio, una lista dalla quale saranno assenti molti nomi eccellenti. La commissione infatti ha gia’ depennato con varie motivazioni alcuni dei candidati di punta. L’esponente dei Fratelli musulmani, Khaiter el Shater e’ stato escluso perche’ durante la presidenza Mubarak era stato condannato a sette anni di reclusione per riciclaggio di denaro e per appartenenza ad un gruppo fuorilegge (tale era considerata la Confraternita). Hazem Salah Abu Ismail, salafita, e’ stato invece dichiarato ineleggibile perche’ sua madre, oltre alla nazionalita’ egiziana, ha quella statunitense. L’ex capo dell’intelligence egiziana e vicepresidente di Mubarak (nella foto) negli ultimi giorni del suo regime, il potente Omar Soleiman non era invece riuscito a raggiungere il numero di firme necessarie alla presentazione della candidatura. Fra i candidati piu’ accreditati restano ora l’ex capo della Lega araba Amr Mussa – che fu ministro degli esteri sotto Mubarak, ma dodici anni fa e quindi al riparo dalle nuove norme – Abdel Monein Abdel Fotouh, candidato di ispirazione islamica moderata, fuoriuscito dai Fratelli musulmani, e Mohamed Morsi, esponente di punta della Confraternita la cui candidatura era stata presentata di riserva nel caso in cui el Shater, come poi e’ accaduto, fosse stato escluso.