Parte dalla Campania il percorso delle cinque Regioni a guida progressista per il referendum abrogativo dell’autonomia differenziata. Il Consiglio regionale ha approvato oggi la richiesta di indizione, testo su cui ora dovrebbero convergere l’Emilia-Romagna, la cui assemblea è convocata per le prossime ore, e poi Sardegna, Puglia e Toscana. Come ha ricordato in aula il governatore Vincenzo De Luca, “non prendiamo una decisione per consolidare le bandiere ma per far prevalere la ragione”. Obiettivo, “ricreare uno spirito di difesa dell’unità d’Italia”. A votare la richiesta sono stati i gruppi di centrosinistra, compreso il M5s (che è all’opposizione della Giunta e per “senso di responsabilità” ha ritirato i suoi emendamenti) e il rappresentante di Azione, che invece a livello nazionale con Calenda si è dissociata dalla campagna referendaria. Su 46 presenti in aula, 35 hanno detto sì, con 9 contrari e una astensione. Ad essere approvato è stato in primis il quesito referendario che propone l’abrogazione totale della riforma Calderoli. Più tardi sarà messo in votazione anche un secondo quesito che chiede la cancellazione solo di alcune parti della legge, in modo da mettere al riparo il referendum da un eventuale giudizio di inammissibilità dell’abrogazione totale, ipotesi legata ai collegamenti tra il ddl Calderoli e la legge di bilancio. In base all’articolo 75 della Costituzione il referendum abrogativo può essere chiesto da 500mila cittadini oppure da cinque Consigli regionali. I partiti del centrodestra campano, nel dibattito in Aula, hanno accusato i promotori di puntare al referendum solo per consolidare il campo largo, ricordando come lo stesso centrosinistra in passato fosse a favore dell’autonomia. “La riforma del titolo V – ha risposto De Luca – è stato un errore drammatico. È stata una scelta di debolezza ed opportunismo; scelta fatta a maggioranza, un errore che ha creato un precedente e l’attuale governo ripete quell’errore”. Ma il presidente della Campania non vuole “una crociata referendaria”: “Dobbiamo ritrovare i canali di un dialogo responsabile, è di questo che c’è bisogno”. Il governatore pugliese Michele Emiliano intanto oggi ha ribadito che l’autonomia differenziata “per come l’ha definita Calderoli è una guerra di tutti contro tutti”. Ma anche il presidente della Regione Calabria, il forzista Roberto Occhiuto, è tornato a manifestare preoccupazioni durante il consiglio nazionale del partito. “Il mio auspicio – ha detto – è che Forza Italia non voti, in Consiglio dei ministri e in Parlamento, alcuna intesa con singole Regioni se prima non saranno interamente finanziati i Livelli essenziali di prestazione, e se non ci sarà la matematica certezza che determinate intese possano produrre danni al Sud”. Timori ai quali il segretario Antonio Tajani risponde rafforzando la proposta dell’Osservatorio sull’autonomia differenziata: “Non sarà un gruppo di studio ma una struttura politica che dovrà fare valutazioni politiche ed eventuali iniziative qualora ci fossero distrazioni nell’applicazione della riforma”.