Il progetto politico ormai è chiaro: costruire un’alleanza con tutti quelli che ci stanno per mandare via la destra da Palazzo Chigi. Ma a questa, che viene considerata la meta del viaggi’, ci si deve arrivare “passo dopo passo”, puntando sui fatti e “non sulle parole”, cercando una sintesi su temi precisi, dalla sanità pubblica all’istruzione, senza “porre veti” e senza “polemiche divisive”. “Guardando, più al viaggio che alla meta”. Si ricorre alla poesia ‘Itaca’ di Kavafis per sintetizzare nel Pd il momento politico che si vive dopo il voto delle Europee e dopo la “scelta” di Giorgia Meloni di “mettere l’Italia all’ opposizione” votando contro Ursula von der Leyen. E il primo appuntamento per i costruttori del nuovo fronte è la raccolta firme per il referendum contro l’Autonomia differenziata che prende il via in tutta Italia. Un’iniziativa che ha visto scendere in campo con i banchetti, anche se in città diverse, tutte le forze di centrosinistra con i rispettivi leader: dalla segretaria Pd Elly Schlein, al presidente M5S Giuseppe Conte, dai leader Avs Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni a quello di +Europa Riccardo Magi. Mentre per IV c’è Maria Elena Boschi. Tutti irriducibilmente contrari alla legge ‘Spacca-Italia’. Schlein sceglie Perugia ed è qui che conferma come “l’ampia convergenza di tutti sia possibile” assicurando che quelli del Pd sono “testardamente unitari” e lo sono “ancora di più dopo il buon risultato” di amministrative ed Europee”. A chi le chiede ancora di quell’abbraccio tra lei e Matteo Renzi sul campo di calcio della partita di beneficenza a L’Aquila, Schlein invita a “non politicizzare”, ma è chiaro che da quella porta, che lei vuole ostinatamente lasciare aperta, qualcuno cominci ad entrare. E se quel qualcuno è Renzi, ritenuto “divisivo” anche tra i Dem oltre che da Conte, poco importa, si spiega nel partito, perché ora si “deve guardare avanti” e arrivare alla meta di “cacciare la destra” è “troppo importante”. Chi polemizza o mette veti “evidentemente – si osserva – ha bisogno di visibilità”, ma dal Pd non verrà detta “mezza parola” perché sono in vista “appuntamenti importanti” come le elezioni in Emilia Romagna, Umbria e probabilmente a breve in Liguria. E “l’unità” anche sulle candidature è necessaria. Ma, oltre a quello dell’Autonomia che li vede tutti compattamente contro, si considerano terreni comuni anche temi come sanità pubblica, salario minimo, politica energetica. O Premierato che ha visto sinora Italia Viva più vicina alla maggioranza. Ed è su questi che tutti si dicono pronti a dar battaglia fuori e dentro il Parlamento. Conte, ad esempio, ai banchetti del M5S raccoglie anche le firme sul salario minimo. Mentre Bonelli e Fratoianni invitano a “ricucire l’Italia” contro il “mercimonio” fatto dal centrodestra con tutte le riforme invise all’opposizione, anche quelle sulla giustizia. Schlein, che definisce l’Autonomia “un cinico baratto” perché la “sedicente patriota” Meloni vuol far passare in cambio “una pericolosa riforma costituzionale come il premierato”, guarda anche al voto in Umbria assicurando che si lavorerà “incessantemente e in modo unitario per costruire un’ alternativa”. Unità che, ad esempio, sarebbe difficile garantire in Liguria, visto che ora Iv appoggia il sindaco di centrodestra di Genova Marco Bucci. Ma si tratta di nodi che andranno sciolti “uno alla volta”, senza alzare steccati, perché per dirla con il Dem Goffredo Bettini serve “un’alleanza di più ampio respiro” perché “da sola la sinistra non ce la fa”. E con Meloni a Chigi “o si sta da una parte o dall’altra” e “Renzi lo ha capito”, mentre Carlo Calenda no e se continua così “è condannato all’irrilevanza”. E per vedere chi sosterrà cosa, interessante “banco di prova di unità”, saranno anche le feste di partito previste per settembre.

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