Prima di andare nel merito delle polemiche partiamo dai numeri e dalla normativa. Per il 2023 Orta di Atella ha ottenuto 44.567,98 euro per le attività socio-educative in favore dei minori. Progetti da attuare dal 1° giugno al 31 dicembre dello stesso anno. Fondi stanziati dal Ministero per la Famiglia e le Pari opportunità sulla scorta del decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023: “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”. Il Decreto Lavoro, per intenderci. Vediamo come dovevano essere spesi. Il dipartimento per le Politiche della famiglia esplicita che il finanziamento dello Stato è destinato alle iniziative dei comuni, anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei centri estivi, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori. A scanso di equivoci, il dipartimento fornisce alcune indicazioni operative sulle spese ammissibili. Sono indicate quattro modalità: acquisizione di beni e servizi, direttamente o tramite una procedura di appalto prevista dalla normativa vigente in materia di appalti pubblici, a condizione che siano strumentali agli interventi da realizzare per il potenziamento delle attività; sottoscrizione di atti, protocolli, intese, convenzioni o contratti, stipulati secondo la normativa vigente, con altri enti pubblici e privati, finalizzati a disciplinare la collaborazione, anche sotto il profilo economico o l’affidamento in gestione, per la realizzazione degli interventi; realizzazione di interventi, ristrutturazione di immobili o riorganizzazione degli spazi dedicati alle attività; elargizione di contributi economici, rimborsi alle famiglie con figli minori che frequentano le attività organizzate dai centri estivi, dai servizi socio-educativi territoriali e dai centri con funzione educativa e ricreativa. Come li ha spesi il comune di Orta di Atella? Per le attività socio-educative sono stati impegnati 32mila euro. Per la realizzazione del programma degli eventi natalizi sono stati destinati 11.284,02 euro. Tutti si staranno chiedendo chi sono i soggetti attuatori, cioè chi ha incassato i fondi. Tranquilli, sono consultabili nella determina di liquidazione al termine dell’articolo.

COSA È STATO ATTUATO E COSA NO

Ma andiamo per ordine. E poniamoci qualche domanda. Quali e quante attività socio-educative, costate 32mila euro, sono state svolte? Quali e quanti eventi natalizi, costati 11.284,02 euro, sono stati realizzati? Premessa: l’amministrazione comunale si era insediata da poco. Considerazione: d’accordo, ma i fondi statali vanno spesi bene e non sperperati, altrimenti è meglio non spenderli, essendo denaro pubblico, ovvero dei cittadini. Riformuliamo la prima domanda: quali e quante attività socio-educative, costate 32mila euro, sono state svolte? Dalle polemiche e dalle testimonianze che fioccano sui social si potrebbe desumere che poco o nulla è stato effettivamente realizzato. Certo, ci sono le solite strumentalizzazioni e gli attacchi pregiudiziali, ma da quanto ci è dato sapere nel 2023 non sono state messe in campo le misure che il dipartimento per le Politiche della famiglia indica per l’accesso ai fondi. Dal 1° giugno al 31 dicembre non sono stati attuati progetti per il potenziamento dei centri estivi, dei servizi socio-educativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori. E qui nasce un dubbio che sfocia in un una serie di interrogativi: come sono stati spesi i fondi statali pari a 32mila euro? Chi ha usufruito dei finanziamenti? I progetti sono rimasti sulla carta? Passiamo alla seconda domanda: quali e quanti eventi natalizi, costati 11.284,02 euro, sono stati realizzati? A quanto ci risulta sono state organizzate tre iniziative in occasione del Natale, tre eventi natalizi. Anche in questo caso non mancano le polemiche. I cittadini lamentano la mancata pubblicizzazione delle manifestazioni. Qualcuno insinua che si è trattato di eventi di portata minima con nessuno impatto socio-culturale.

AFFIDAMENTI DIRETTI SOTTO SOGLIA

Arriviamo ai soggetti attuatori, alle associazioni che hanno beneficiato dei fondi. Come detto, in basso pubblichiamo l’elenco completo. Già a una prima scorsa balzano agli occhi sodalizi vicini a qualche amministratore locale e si palesa la cooperativa “Gioia di Vivere” che ha guadagnato milioni di euro presso l’Ambito C6. Insomma, la prima impressione non è il massimo. Ma la vera pietra dello scandalo è rappresentata dagli importi assegnati, molti dei quali pari a 4.999 euro o giù di lì. Si chiamano affidamenti “sotto soglia”, si attribuiscono senza ricorrere al Mepa (Mercato economico della pubblica amministrazione). Quelli che, in altre parole, che vengono assegnati con affidamento diretto. E quando si tratta di affidamenti diretti il giornalista medio è portato a verificare quali siano e a chi siano riconducibili le associazioni beneficiarie di denaro pubblico. In totale ne sono dieci. Servirà almeno un altro articolo per fare una radiografica dei sodalizi. Per il momento ci fermiamo qui. Per scelta, non per dimenticanza o per un “trattamento di favore”, chiamiamo in causa solo ora l’assessore al ramo Pasquale Pellino. Le domande che ci sino posti le giriamo a lui. Sentiremo anche la sua versione dei fatti se vorrà intervenire sulla vicenda. Registriamo infine il solito commento scomposto del profilo Fb “Cristofaro Baccus Orlando” che salvo doppioni dovrebbe essere quello del marito dell’ex assessore Marilena Belando. “A me sembrano essere mazzette sottobanco”, ha scritto in una conversazione pubblica, per poi cancellare il post. Ma gli è andata male. C’è uno screenshot che lo inchioda. Il consorte dell’ex membro della giunta Gaudino è già stato rinviato a giudizio per un altro commento social ritenuto diffamatorio ai danni dell’ex funzionario comunale Raffaele Villano. Ora rischia di fare il bis. L’assessore Pellino e altri amministratori già hanno preso appuntamento con un legale per sporgere querela-denuncia per diffamazione aggravata. Anche altri “commentatori” social che hanno fatto riferimento a presunte mazzette potrebbero fare la stessa fine. Altro che inclusione sociale. Si è scatenata una guerra social.

Mario De Michele

(continua…)

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IL POST “INCRIMINATO”



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