Una delega di peso e una vicepresidenza esecutiva della Commissione europea. Palazzo Chigi tiene la linea nella trattativa per il ruolo che avrà l’Italia a Bruxelles nel secondo esecutivo di Ursula von der Leyen. Un negoziato destinato a proseguire anche nelle prossime settimane, in cui l’unico aspetto dato ormai per certo è che per quella poltrona Palazzo Chigi indicherà Raffaele Fitto, dopo il Consiglio dei ministri di venerdì pomeriggio, preceduto in mattinata da un vertice fra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. E in questa partita si conferma alleato di Roma il leader del Partito popolare europeo Manfred Weber, che a Roma ha voluto incontrare la premier e il ministro degli Affari europei, prima della cena con il leader di Forza Italia. Per il politico tedesco è la terza volta a Palazzo Chigi in meno di due anni. “Con Meloni abbiamo avuto un ottimo scambio di vedute e voglio sottolineare che l’Italia e il governo italiano sotto la guida di Giorgia Meloni e Antonio Tajani hanno mostrato che non si limitano a parlare dei problemi ma li risolvono, in particolare la riduzione degli arrivi dei migranti illegali è un grande segnale per il resto dell’Europa. In Germania, Francia se ne parla ma non c’è la risoluzione del problema, qui in Italia il governo lo fa” ha detto Weber al termine dell’incontro con Antonio Tajani a Roma, facendo l’esempio anche dell’impegno italiano in Tunisia. Weber ha spiegato di essere venuto a Roma “per preparare la ripartenza a livello europeo dopo la pausa estiva” con il tema dei migranti e del “successo economico dell’Ue” come priorità. L’11 novembre 2022, nel pieno dello scontro fra Roma e Parigi sui migranti, fece notare che “l’Italia non può essere lasciata sola”. E poi il 5 gennaio 2023 vide la premier cercando di gettare le basi per un’alleanza tra Popolari e Conservatori, alternativa a quella fra Ppe e Socialisti. Il risultato delle Europee ha poi confermato lo status quo al Parlamento europeo, ma il feeling politico fra Weber e Meloni resta invariato. E chi ha parlato con la premier avrebbe colto anche un certo fastidio per il fatto che questo incontro sia trapelato come se fosse un’appendice di un viaggio su invito di Tajani. Il leader del più importante raggruppamento del Parlamento europeo (che ha incontrato anche i vertici dell’Udc Lorenzo Cesa e Antonio De Poli), “conferma l’attenzione verso il governo e le sue politiche”, notano dallo staff della presidente del Consiglio. Il tema migranti sarebbe stato fra i principali affrontati, proprio mentre in Germania il cancelliere Olaf Scholz, sull’onda emotiva provocata dall’attacco di Solingen, ha annunciato una stretta sugli irregolari. Una svolta evidenziata da FdI: “L’unica sinistra che ancora non ha capito l’importanza di difendere i confini è quella italiana”, attacca il capodelegazione al Parlamento europeo Carlo Fidanza. Nell’ora e mezza di colloquio, secondo quanto filtra, Meloni e Weber hanno parlato di competitività, sfide strategiche, migranti, investimenti e industria, hanno condiviso la necessità di una visione meno ideologica da parte della Commissione nei prossimi anni. Un approccio che dal punto di vista italiano va applicato anche alla valutazione degli investimenti per la transizione verde all’interno dei bilanci, nonché possibilmente al Pnrr. Pnrr e Coesione sono i contenuti della delega che al momento risulta più probabile per il nuovo commissario Ue italiano. Difficile che non abbiano parlato di questi scenari anche Fitto e Weber, che si conoscono decisamente bene e sono stati anche colleghi nel gruppo del Ppe quando nel 1999 il politico pugliese fu eletto al Parlamento europeo con Forza Italia. “Come sempre è stato un buon incontro”, si è limitato a dire il tedesco. Meloni dovrebbe comunicare al Consiglio dei ministri (convocato venerdì alle 17 per il recepimento di alcune direttive europee) l’indicazione di Fitto come commissario, prima di inviare la lettera ufficiale a von der Leyen. Poi proseguirà la trattativa, in cui sarà cruciale la decisione della presidente tedesca sulle vicepresidenze esecutive. In ambienti di governo, nelle ultime ore si respira più ottimismo sull’esito di un negoziato considerato ancora lungo. Gran parte della partita si gioca nelle interlocuzioni dirette fra von der Leyen e Meloni (che ha dato anche l’input ad accelerare sul dossier balneari). Ma va inevitabilmente affrontata cercando sponde nelle altre cancellerie europee. Non è ancora definito il viaggio della premier a Parigi, che potrebbe essere messo in agenda alla fine della prossima settimana, in occasione dei giorni finali delle Paralimpiadi.