di Mario De Michele

Se il macigno del bilancio di previsione è stato rimosso dalla strada dell’amministrazione comunale con l’ok dell’assise al documento finanziario, un altro ostacolo ingombrante è lì in bella vista sul cammino del sindaco Antonino Santillo. Undici consiglieri su sedici hanno aperto la crisi politica con la richiesta di azzerare tutte le cariche istituzionali, da quelle degli assessori a quella del presidente del civico consesso. Chiusa una pagina, impegnativa come quella contabile, se n’è aperta subito un’altra, altrettanto delicata, sicuramente decisiva. Durante la seduta consiliare di ieri le schermaglie a distanza nella maggioranza si sono tramutate in atti ufficiali. E dopo mesi di prove tecniche di conflitto è stata dichiarata la guerra. Un epilogo ampiamente anticipato da Italia Notizie. Una fine nota che è l’inizio di una nuova stagione amministrativa. Da un lato la pattuglia di cinque consiglieri, alleati con l’ex sindaco Andrea Villano e Giuseppe Massaro, dall’altro l’esercito, composto da undici membri, della confederazione tra Nuova Prospettiva per Orta, Svolta Civica, Fare Democratico per Orta Verde e Ciro Palladino. Sul piano numerico lo scontro è impari. Ma sull’esito delle ostilità è comunque difficile fare previsioni certe. Dietro l’angolo c’è il problema della tempistica. Se per il team di Villano e Massaro “bisogna amministrare senza la necessità di un azzeramento generale”, insomma poi se ne parla, per la squadra confederata è necessario, anzi indispensabile, cambiare immediatamente tutto. Nessuno dei rivoltosi ha dettato i tempi a Santillo ma è lampante che la verifica, dunque l’azzeramento, non diventerà, come direbbe il poeta, “una cosa posata in un angolo e dimenticata”. No ai tentennamenti strumentali. No ai rinvii alle calende greche. Non servirà buttare la palla in tribuna. Perché il gioco a breve entrerà di nuovo nel vivo. C’è da approvare il bilancio consuntivo. E quella è una partita da “dentro o fuori”, a eliminazione diretta. Se a Villano e Massaro non resta che l’arrocco, per Santillo è giunto il tempo delle decisioni. Il primo cittadino però non ha compreso fino in fondo che rischia grosso a tirarla troppo per le lunghe. Non sembra avere piena contezza che stare al timone di una nave politicamente galleggiante implica, prima o poi, l’arrivo di onde alte, preludio di tempeste devastanti. Bene o male finora ha navigato in un mare calmo, qualche volta mosso, nulla più. Ieri il sogno di vedere all’orizzonte sempre una tavola azzurra è definitivamente svanito. Si profilano nuvole scure, pregne di pioggia battente. Il respiro profondo dei consiglieri preannunciava raffiche di vento forte e gelido. E la risacca risuonava come un rimbombo inquietante in un’aula consiliare vuota, simbolo desolante della “crasi” tra istituzioni e cittadini, della distanza siderale tra governanti e governati. Ovviamente di quel deserto civico nessuno si cruccerà più di tanto. Nell’intervento di Santillo una massiccia dose di doroteismo. Ma il capo dell’amministrazione ha commesso un grave errore, forse imperdonabile. Ha cercato di guadagnare tempo quando di tempo non ce n’è più. Ha delineato un percorso soft, non traumatico. Uno: “La verifica è politica”. Ergo: “Abbiamo amministrato bene”. Due: “Appena i nuovi gruppi saranno ufficializzati al protocollo si procederà a una modifica del regolamento consiliare e sarà mio dovere aprire una verifica, ma per adesso chiedo a tutti di ritirare la richiesta di azzeramento delle cariche istituzionali”. Che sia una trovata in stile Piccirillo o una via d’uscita d’emergenza indicata da Salvatore Del Prete “Magò” conta poco. Non conta molto nemmeno che sia un’idea partorita da Santillo stesso. Il punto è un altro. Ed è strano che il sindaco non l’abbia ancora metabolizzato: quando arriva l’ora della verità non serve più mentire. Bisogna decidere. Ora e subito. Vanno sciolti i nodi venuti al pettine, si deve digitare la nuova destinazione sul navigatore della politica. Con il tatticismo, figlio illegittimo della strategia, non si arriva lontano. Peggio ancora il cerchiobottismo. A alla lunga è funesto. Se vuole indossare ancora a lungo la fascia tricolore Santillo deve mettersi bene in testa una cosa: può ingannare tutti per qualche tempo, o alcuni per tutto il tempo, ma non può prendere per i fondelli tutti per tutto il tempo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui