L’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, è arrivato da alcuni minuti in Procura a Roma per essere ascoltato dopo la denuncia presentata a carico di Maria Rosaria Boccia. La donna risulta indagata per minaccia a personalità politica e lesioni. Proprio ieri la 41enne ha postato sul suo profilo Instagram una sua foto accompagnata dalla frase: «Qualunque cosa sia, arriverà al momento opportuno. Non prima, non dopo. Coltiva l’arte della pazienza, goditi l’attesa e ricorda: l’Universo agisce in modi e tempi misteriosi, ma sempre perfetti».

La denuncia di Sangiuliano
Il 13 settembre Sangiuliano ha presentato un esposto alla Procura di Roma: «Quello di Maria Rosaria Boccia è stato «un autentico attacco alle istituzioni, in grado, come è accaduto, di turbarne l’attività», «veicolando forme di ricatto più o meno larvate, finanche richiamando a più riprese la figura del Presidente del Consiglio»«La Boccia ha perseguitato non solo Gennaro Sangiuliano – si legge nel documento firmato anche dal suo legale, l’avvocato Silverio Sica – ma il Ministro della Cultura e ha tentato di ricattarlo per ottenere una nomina», quella come consulente dei Grandi eventi, e «ha dichiarato di aver registrato alti funzionari del Ministero e di possedere informazioni compromettenti». «Quanto accaduto rappresenta un evento senza precedenti», è la conclusione dell’esposto.

La cronistoria

Nelle dodici pagine presentate ai pm romani, il ministro dimissionario ha ripercorso la genesi della relazione affettiva con la 41enne. Spiega di averla conosciuta il 24 maggio scorso alla presentazione dei candidati per le elezioni europee di Fratelli d’Italia al Teatro Sannazzaro di Napoli e si «è offerta per collaborare col Ministero in maniera brillante, professionale e ambiziosa». Ma agli inizi di giugno, «il rapporto si è tramutato in una relazione di natura affettiva ed extraconiugale. Ben presto – spiega Sangiuliano ai pm – mi sono ritrovato nella riprovevole ambiguità, di cui certamente mi dolgo, costituita dall’essere pubblicamente accompagnato da una donna che aspirava al ruolo di consigliere e alla quale ero legato da un rapporto affettivo». Peraltro – ha precisato il giornalista – «la Boccia si mostrava anche meritevole del ruolo cui aspirava. Purtroppo, già nel mese di luglio, la relazione ha iniziato a mostrare inequivoci connotati tossici. La Boccia cominciava a rimproverarmi di non averle rappresentato la mia reale condizione di uomo saldamente coniugato e il rapporto è rapidamente degenerato con violenti litigi», fino all’aggressione del 17 luglio. L’ex ministro sostiene che la relazione sia terminata alla fine di luglio, anche «se continuavo a non essere indifferente alla presenza di questa donna». Dopo che il suo capo di Gabinetto aveva fatto presente delle incongruenze nel curriculum dell’imprenditrice ed eventuali suoi conflitti di interesse, Sangiuliano ha cominciato a nutrire delle riserve sulla nomina. «È così che le cose sono rapidamente degenerate».

Un super babbo
«È in tale frangente che – racconta nell’esposto il giornalista – mi dice si essere incinta. La notizia mi ha sconvolto e ha in me generato sentimenti di timore e protezione: la vita non mi ha concesso la gioia di un figlio e questo lei lo sapeva bene». Il 23 agosto la Boccia invia una mail all’allora ministro della Cultura che inizia così: «Bravissimo come sempre, un Super Babbo» e si conclude così: «Noi scappiamo, domani abbiamo la visita di controllo», facendo intendere che si trattasse di una visita ginecologica per una presunta gravidanza. Ed è per questo che la Procura ha chiesto di sequestrare eventuali accertamenti clinici. Quella che Sangiuliano definisce «un’azione persecutoria e ricattatoria», si è poi spostata sulla moglie. A un certo punto scende in campo «la mia amica Melania Rizzoli: mi ha detto che la Boccia voleva essere nominata consigliere e, solo in tal caso, si “sarebbe fermata”».

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