Se il comune di Aversa avvia la procedura di mobilità per assumere a tempo indeterminato cinque nuovi dipendenti e gli unici ad esserne a conoscenza sono l’assessore al Personale Francesco Sagliocco e il gruppo Noi Aversani, c’è un problema. Serio e grave sotto il profilo politico. Se poi aggiungiamo che Paola Oro, dirigente dell’area Patrimonio e Demanio e responsabile del procedimento, durante l’audizione davanti alla commissione Lavori pubblici, sollecitata su possibili soluzioni per sopperire alla carenza di personale, non comunica nemmeno ai membri dell’organo consiliare di aver bandito la procedura di mobilità per l’assunzione di nuovi dipendenti, allora anche sul piano burocratico molte cose non hanno funzionato.
Ma andiamo con ordine. Il 7 novembre 2024, la dirigente Oro adotta la determina n. 520/2024 e il bando pubblico (due link in basso) per l’avviso di mobilità obbligatoria riservato al personale del Consorzio Unico di Bacino delle province di Napoli e Caserta in liquidazione per reclutare 3 funzionari, di cui un funzionario amministrativo e due funzionari tecnici, e 2 istruttori, di cui un istruttore amministrativo e un istruttore contabile. Il termine ultimo per presentare la domanda di partecipazione è “entro e non oltre le ore 12.00 del 18 novembre 2024”. “Si rappresenta – si legge nella determina – la necessità di sottoporre i canditati ad una procedura selettiva, per titoli e colloquio, finalizzata ad accertare l’idoneità degli stessi a ricoprire le figure professionali ricercate dall’Ente”. I colloqui si svolgeranno nelle giornate del 20 e il 21 novembre presso l’aula consiliare. In pratica, il 7 novembre viene adottata la determina, il 18 novembre scade il termine per le domande e tra il 20 e il 21 novembre vengono selezionati gli assunti. Tutto in due settimane. Tempi record.
Sul piano giuridico non tutti concordano sull’obbligatorietà di attingere il personale dal Consorzio Unico di Bacino. Qualcuno sostiene, in primis che fino al 31 dicembre 2024 la procedura di mobilità non è obbligatoria; in secundis che si sarebbe potuto e dovuto optare per una procedura di mobilità “erga omnes”, cioè estesa a tutte le pubbliche amministrazioni. Non solo. Senza il varo del bilancio consolidato, com’è nel caso di Aversa, c’è il blocco delle assunzioni, come stabilisce la Cosfel (Commissione per la stabilità degli enti locali). Su questi aspetti, eventualmente, si pronunceranno le autorità competenti se saranno chiamate in causa.
Approdiamo sul terreno politico-amministrativo. Qui emergono gravi anomalie. Punto primo. Lo scorso 11 novembre Paola Oro è stata audita dalla commissione Lavori pubblici proprio sulla carenza di personale, in vista di altri imminenti cinque pensionamenti. In quella occasione la dirigente non fa alcun cenno alla determina per l’assunzione di 5 unità adottata da lei stessa appena 4 giorni prima. Perché? È corretto tenere all’oscuro i consiglieri di maggioranza e di opposizione? Non sono costoro i rappresentanti del popolo? E soprattutto: che senso per i consiglieri ha presenziare alle riunioni delle commissioni se non vengono informati degli atti amministrativi?
Peggio della dirigente ha fatto l’assessore Sagliocco. Anche lui ha partecipato all’audizione, eppure non ha proferito parola sulle assunzioni. Pur volendo riconoscergli l’attenuante della difficoltà di espressione, avrebbe potuto fare dei disegnini. I membri della commissione avrebbero compreso lo stesso. Invece niente di niente. Top secret. Banale riflessione: in quale maggioranza consiliare del mondo una tematica così importante non viene condivisa dall’assessore al ramo con gli alleati di governo? Domandina di riserva: il sindaco Franco Matacena ne era a conoscenza?
Com’era ampiamente immaginabile gli altri gruppi di maggioranza sono su tutte le furie. Non ne possono più del “noiaversanicentrismo”, che ha preso piede grazie alle doti politico-diplomatiche di Federica Turco. La capogruppo di Noi Aversani ha creato un filo diretto con il primo cittadino. È una sorta di Margaret Thatcher che agisce dietro le quinte. Ma gli altri gruppi sono stufi dell’appiattimento di Matacena sulle posizioni di Noi Aversani. Il “casus belli” potrebbe essere proprio la questione assunzioni. Non è esclusa l’apertura di una crisi politica. Spetta al primo cittadino fare chiarezza e assumere una postura “super partes”, da buon padre di famiglia. Perché se tratta alcuni come figli e altri come figliastri la famiglia andrà a rotoli. Senza figli Matacena non sarà più un padre. E nemmeno un sindaco.
Mario De Michele