Sarà il Natale che si avvicina che suscita entusiasmo, saranno le indiscrezioni che circolano sui marciapiedi e che vogliono la terna commissariale vogliosa di andare via quanto prima e rinunciataria alla richiesta dei canonici sei mesi di proroga, fatto sta che alcuni elementi della vecchia guardia hanno cominciato a vedersi e a riunirsi, stavolta però i tempi sono cambiati e il clamore mediatico che ha posto la città di Caivano ai primi posti della cronaca nera nazionale non consente a questi personaggi di vedersi, incontrarsi e discutere di politica alla luce del sole. Dagli ultimi bisbigli metropolitani emergono incontri “massonici”, fatti col favore delle tenebre. Sembra che le riunioni si tengano periodicamente a casa dell’ex presidente del consiglio Lello Del Gaudio e che il tavolo sia formato in maniera permanente dagli ex consiglieri Antonio De Lucia e Pippo Ponticelli con una old new entry, il dott. Francesco Casaburo. Quest’ultimo è tenuto molto in considerazione dal gruppo, che si è dato il nome di socialisti caivanesi. Tanto è vero che comincia anche a girare il suo nome come papabile prossimo loro candidato a sindaco. Dal canto suo il dentista caivanese si è anche portato avanti in tempi non sospetti, tanto è vero che si è pure dimesso dalla sua azienda convenzionata con l’Asl territoriale, in maniera tale da non creare incompatibilità con un potenziale ruolo di sindaco.
Da quello che emerge dai fatti e dagli spostamenti, i socialisti locali hanno anche capito chi, attualmente, rappresenta una figura di riferimento a Caivano, così la loro strategia è quella di entrare nelle grazie del parroco anticamorra don Maurizio Patriciello, al punto tale da raccogliere anche un suo endorsement. Dimostrazione di quanto asserito sono le loro assidue frequentazioni alla parrocchia San Paolo Apostolo al Parco Verde.
Ovviamente per pensare ad un vero e proprio tavolo politico bisogna che questo tavolo si allarghi. Tanto è vero che i socialisti hanno anche invitato l’ex consigliere Antonio Angelino a sedersi con loro ma il più che ha fatto il leader di Caivano Conta è quello di mandare il suo plenipotenziario Pasquale Licito a qualche riunione in maniera sporadica. Da quanto abbiamo appreso, pare che l’ex Consigliere Angelino non sia del tutto convinto che questo tavolo possa essere parte integrante di una sua potenziale coalizione. Per due motivi. Il primo: perché non è detto che alla fine venga scelto lui come sintesi del gruppo. Il secondo: al leader di Caivano Conta non andrebbe giù l’idea di inglobare nel progetto l’ex consigliera Giovanna Palmiero, data la sua ingombrante figura e le sue parentele scomode.
Ultimamente insieme all’ex consigliere Luigi Esposito, il leader di Caivano Conta è molto concentrato ad aggregare i giovani in maniera “abusiva”, sfruttando la promozione di un locale il cui proprietario, così pare, non paga i tributi comunali da anni e senza nessuna autorizzazione occupa spazi pubblici con dj set e musica ad alto volume in maniera sistemica dopo le ore 20:00, quando le pattuglie della polizia Locale terminano il loro turno lavorativo e non possono intervenire per controlli e sanzioni. Insomma, un brutto vizietto, quello dell’ex consigliere Angelino che dopo la scoperta del bar del fratello del tutto abusivo, manco in questa occasione proferisce parola in merito. Chissà se il commissario Dispenza, coordinatore della terna commissariale prefettizia, è al corrente di questi possibili abusi ed ha la soluzione per controllare l’attività gastronomica, il cui evento domenicale viene pubblicizzato anche sui social, e soprattutto per intervenire con provvedimenti sul piano tributario.
Descritto e illustrato tutto questo, appare imbarazzante per la vecchia classe dirigente caivanese, in un momento storico così delicato dove l’unica salvezza è una seria introspezione con la derivante richiesta di scuse alla collettività per poi intraprendere un cammino leale insieme alla società civile, fare finta di nulla, deviare l’opinione pubblica e concertare alle spalle dei propri elettori, chiusi nelle segrete stanze a tramare chissà cosa. Così come a nessuno dei cittadini caivanesi sono ancora arrivate le scuse dell’ex sindaco Enzo Falco, data la sua enorme superficialità, mancata sorveglianza sui propri assessori e consiglieri conniventi con la criminalità e conseguente responsabilità politica piena data la carica di primo cittadino che rivestiva durante la sua consiliatura che, è bene ricordarlo, è stata sciolta per infiltrazioni camorristiche, mentre lo stesso non lesina post a mezzo social rivendicando quanto di buono è stato fatto dalla sua amministrazione volendo mettere in evidenza la continuità amministrativa perpetrata dagli attuali commissari prefettizi.
Quindi, secondo l’ex sindaco Falco, un primo cittadino per essere considerato un fallimento non basta solo essere stato sciolto per camorra ma non deve mettere in campo neanche i più basilari provvedimenti amministrativi. Come se non aver pensato di mettere due telecamere o intercettare poche migliaia di euro di fondi sovracomunali sia pari all’aver dormito mentre alcuni suoi assessori e consiglieri facevano affari insieme al clan egemone sul territorio.
Insomma, la strada è ancora lunga per le nuove elezioni. Molto probabilmente, manca ancora un anno, e a quanto pare nulla di nuovo si vede all’orizzonte, e se le cose rimarranno così, non è impensabile che alle prossime elezioni si ripresenterà la stessa nomenclatura con il rischio di un terzo scioglimento per ingerenze camorristiche. Che dio la mandi buona ai caivanesi onesti.
Michele Apicella