A pochi metri da un asilo comunale, in una città mediamente “normale”, non verrebbe mai installata un’antenna per la telefonia mobile. Non vale per il comune di Orta di Atella, divenuto da tempo a “statuto speciale”. Così i bambini dell’istituto Don Milani saranno “bombardati” per 8 ore al giorno dalle onde elettromagnetiche. Oggi infatti è stato issato un ripetitore all’interno del parcheggio del centro commerciale Fabulae. Si presume che i proprietari dell’area, pur di far soldi, per la serie “non ci abbuffiamo nemmeno di terra di camposanto”, non si siano nemmeno posti il problema dei possibili danni alla salute dei bimbi. Vuoi mettere un bel contratto di centinaia di migliaia di euro con i giganti della telefonica rispetto al benessere di qualche “moccioso? Se è comprensibile, ma abominevole, che i privati pensino sempre e soltanto ai propri interessi, l’amministrazione comunale, in una città mediamente “normale”, ha l’obbligo di tutelare la salute pubblica. A maggior ragione se il moloch elettromagnetico di trova a poco più di 100 metri dalla scuola. Presumiamo quindi che il sindaco Antonino Santillo e l’assessore all’Ambiente Pasquale Pellino, dimissionario da mesi, ma per finta (sic!), prima che gli uffici autorizzassero l’avvio dei lavori per piazzare l’antenna, si siano preoccupati di far richiedere all’Arpac una relazione su eventuali danni alla salute pubblica. Al netto delle dispute tecnico-giuridiche, c’è in ballo il benessere di bambini piccoli. Chi, se non la fascia tricolore e l’assessore al ramo, ha il dovere morale e amministrativo di assicurare agli alunni del Don Milani ambienti sani? Santillo e Pellino hanno un alibi di ferro. Potrebbero rispondere: “Suvvia, quante storie! Il parco pubblico di via Lampitelli si trova sotto un traliccio dell’alta tensione”. Un motivo di vanto, senza dubbio, per un’amministrazione comunale che combina un disastro dietro l’altro. Per gli attuali governanti locali fare guai è come mangiare una scatola di cioccolatini, uno tira l’altro. “Mangiarsi” anche i bambini del Don Milani è un po’ troppo, non vi pare?
Peraltro sul piano normativo c’è una recente sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato, la n. 1200 del 6 febbraio 2024, ovviamente ignota a Santillo e a Pellino, che consente ai comuni, nell’esercizio dei loro poteri di pianificazione territoriale, di raccordare le esigenze urbanistiche con quelle di minimizzazione dell’impatto elettromagnetico. Basta un regolamento comunale (c’è già?) che “non consenta la localizzazione degli impianti nell’area del centro storico o nelle adiacenze di siti sensibili come scuole e ospedali, purché sia garantita la copertura di rete, anche nel centro storico e nei siti sensibili, con impianti collocati in altre aree più distanti”.
In altre parole, qualora Santillo e Pellino non avessero ancora ben compreso, la possibile interdizione di allocazione di impianti in specifiche aree del territorio comunale “deve rispondere a particolari esigenze di interesse pubblico e che, comunque, i criteri localizzativi adottati non si devono trasformare in limitazioni alla copertura di rete”. A naso ci sembra che tutelare la salute degli alunni di un asilo comunale risponda proprio a “particolari esigenze di interesse pubblico”. Se Santillo e Pellino continueranno a non capire servirà l’aiuto dei bimbi del “Don Milani”. Dovranno fare dei disegnini non troppo complicati da consegnare agli amministratori locali. Meglio se colorati. Altrimenti c’è il rischio che possano confondersi. Che dio ce la mandi buona.
Mario De Michele