Il bilancio delle vittime degli incendi di Los Angeles, il «più devastante» nella storia della California come ha detto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il più costoso nella storia degli Stati Uniti (danni per oltre 150 miliardi di dollari, secondo le stime) è salito ad almeno dieci morti. Ma il numero è parziale e destinato a salire: «Non abbiamo ancora dati certi», ammette lo sceriffo della contea di Los Angeles Robert Luna. Lo sceriffo ha reso noto che è stato imposto il coprifuoco notturno anti saccheggio e avverte che chi lo viola «sarà arrestato», annunciando lo schieramento di 210 agenti di polizia e una linea dura contro i saccheggiatori. «Non vogliamo che la gente approfitti dei nostri cittadini che sono già vittime, nessuno deve giocare con questa situazione». Sono già andati in fumo circa 117 chilometri quadrati, la dimensione della città di San Francisco, mentre le persone sfollate sono oltre 153mila (ieri erano 180 mila) e altre 166 mila sono state avvertite di tenersi pronte a lasciare le proprie abitazioni.

Un quinto rogo nella notte
Nella notte un altro rogo si è innescato al confine tra le contee di Los Angeles e Ventura, a nord di quello di Pacific Palisades. Quest’ultimo incendio denominato «Kenneth», che minacciava numerose ville nelle zone collinari di Hidden Hills e Calabasas, località non distanti da Malibu e famose per le ville lussuose e isolate, come quella delle Kardashian, è stato contenuto al 35%, ha affermato il capo dei vigili del fuoco. «Kenneth» è il quinto incendio attivo attorno a Los Angeles: mentre è stato contenuto il rogo «Sunset» a Hollywood, restano attivi il «Lidia» e «Hurst fire» nella San Fernando valley, a nord, il Palisades a ovest sull’Oceano e l’«Eaton» a est nella zona di Altadena, questi ultimi sono ora tra i 5 più distruttivi nella storia dello Stato della California. Lo ha reso noto il Dipartimento forestale e anti-incendi della California (CalFire), citato dalla Cnn. L’incendio di Palisades ha distrutto più di 5.300 strutture, ed è il terzo più distruttivo nella storia dello Stato. L’incendio di Eaton ha distrutto oltre 4000 strutture e 5650 ettari di terreno. Le cifre potrebbero continuare a salire man mano che i funzionari completeranno le valutazioni dei danni. Quindici dei 20 incendi più distruttivi nella storia dello Stato si sono verificati a partire dal 2015, poiché il riscaldamento globale sta causando incendi sempre più grandi e più gravi negli Usa sud-occidentali. I due incendi sono anche gli unici dei 20 più distruttivi nella storia dello Stato ad essersi verificati a gennaio – uno sviluppo causato dall’estrema oscillazione da condizioni di umidità a condizioni di siccità negli ultimi due inverni, che hanno dapprima favorito la crescita della vegetazione per poi seccarla, trasformandola in cenere.

Le cause degli incendi e il piromane
E intanto comincia a emergere una possibile spiegazione per questa serie inarrestabile di incendi. Come i devastanti roghi di due anni fa a Maui, nelle Hawaii, anche i roghi di Los Angeles sarebbero stati provocati da problemi nella rete elettrica. Lo sostiene Whisker Lab, una società che raccoglie dati da sensori in grado di monitorare problemi sulla griglia delle forniture energetiche. La società sostiene che il suo sistema ha rilevato segni di stress sulle linee elettriche vicino ai luoghi da cui sono partiti i roghi prima che divampassero le fiamme. Nel 2023 i sensori della società avevano fornito alcune delle prime prove che l’incendio a Maui era stato causato da linee elettriche. Nel frattempo è stato anche arrestato un sospetto piromane. L’episodio è avvenuto nella zona a nord di Los Angeles vicino a dove imperversa l’incendio «Kenneth». Intorno alle 16,30 locali (l’1,30 di oggi in Italia), la polizia è intervenuta in seguito alle segnalazioni di un uomo che stava
tentando di appiccare un incendio nella Ybarra Road a Woodland Hills con un lanciafiamme artigianale. I residenti che hanno individuato il presunto piromane lo hanno bloccato fino all’arrivo degli agenti.

Le previsioni: venti forti fino a martedì
I vigili del fuoco di Los Angeles si preparano ad affrontare il vento forte che ha già alimentato le fiamme e reso molto difficile (a volte impossibile) contenere gli incendi. Si prevede che i venti rimarranno intensi fino al pomeriggio di venerdì (10 gennaio, ndr): «Almeno all’inizio della giornata di oggi, i venti soffieranno da una direzione più settentrionale – ha dichiarato venerdì mattina la meteorologa di Cnn, Allison Chinchar -. Ma nel corso del pomeriggio cambieranno. A volte soffieranno da est e altre volte da ovest. Questo rappresenta una preoccupazione per i vigili del fuoco». I vigili del fuoco sono fiduciosi che il significativo calo della forze dei venti nella giornata di sabato «potrà offrire sollievo alle squadre antincendio sul campo, i venti forti hanno a volte costretto gli aerei antincendio a terra, impedendo di scaricare acqua sulle fiamme». Per Brent Pascua, capo del dipartimento di protezione forestale della California, gli sforzi stanno andando nella giusta direzione, ma servirà «molto più lavoro del previsto» per contenere le fiamme. Il servizio meteorologico Nazionale di Los Angeles ha avvertito, però, che i venti di terra continueranno fino alla prossima settimana, con un picco previsto domenica e «forse venti ancora più intensi» potrebbero arrivare fino a martedì prossimo, ha dichiarato giovedì Don Fregulia, capo della sezione operativa del California Interagency Management Team 5.

I roghi a Los Angeles, dall’inizio
Le macchine abbandonate a casaccio sull’iconico Sunset Boulevard, ammaccate dalle ruspe che le hanno spostate per far passare i camion dei pompieri, sono diventate il simbolo del disperato tentativo di Los Angeles di mobilitarsi contro l’emergenza. Da martedì le fiamme, alimentate dal vento di Santa Ana che ha soffiato fino a 160 km/h, hanno divorato almeno 10.000 fra case, edifici e altre strutture. Nonostante i 1.400 pompieri impegnati nell’emergenza, aiutati da quasi 800 detenuti, sono andati in fumo circa 117 chilometri quadrati, più o meno la dimensione di San Francisco. Le persone evacuate sono 180.000, secondo quanto riferito dal sindaco di Pasadena Victor Gordo; quelle senza elettricità oltre 267.000.

Scuole chiuse, mascherine e purificatori
Tutte le scuole del distretto, il secondo più grande degli Stati Uniti, sono chiuse, anche a causa del denso fumo che aleggia sulla città e della cenere che piove in alcune parti. Con livelli di inquinamento atmosferico così alti, i cittadini si stanno attrezzando con mascherine e purificatori d’aria. Molti rimangono chiusi in casa, chi può si è trasferito da parenti o amici. Lo riporta il Washington Post aggiungendo che è stata fatta incetta di purificatori d’aria che ormai sono introvabili nell’intera area. «Il tipico incendio spesso inizia ai piedi delle montagne e il fumo può fluire sopra valli e aree popolate, invece di restare sospeso vicino alla superficie», ha spiegato al Wp Scott Epstein, responsabile della valutazione della qualità dell’aria per il distretto della costa meridionale. «Ma poiché questi incendi sono nelle valli, nelle aree urbane, il fumo rimane basso fino al suolo e può avere impatti piuttosto gravi» ha sottolineato.

Le ville dei vip in fumo
Tra gli sfollati ci sono diverse celebrità come Diane Warren, Paris Hilton, Billy Crystal e Anthony Hopkins che hanno perso la loro villa alle Pacific Palisades, il quartiere residenziale che si erge su scogliere e colline sull’Oceano Pacifico vicino a Malibu e Santa Monica commemorato dai Beach Boys in Surfin’ Usa. Anche Mel Gibson ha raccontato che la sua villa è «completamente in fumo». Milo Ventimiglia, volto della serie cult This is us, ha visto bruciare davanti ai suoi occhi la sua villa a Malibu. Lui e sua moglie Jarah Mariano, che partorirà nei prossimi giorni il loro primo figlio, sono stati costretti a scappare seguendo la tragedia dalle telecamere di sicurezza. «Abbiamo preso tutto quello che poteva servirci e siamo scappati», dice Ventimiglia con le lacrime agli occhi a CBS Evening News. «Cominci a pensare a tutti i ricordi che ci sono in ogni angolo di casa. Poi vedi le case dei tuoi vicini e tutto quello che ti circonda, ti si spezza il cuore», conclude. Le strade che si snodano lungo canyon tortuosi offrono privacy e viste panoramiche ma non hanno di certo aiutato nell’emergenza. In molti sono dovuti fuggire a piedi con il fumo che gli divorava i polmoni. Le fiamme hanno bruciato parte della Charter High School, dove sono stati girati il film horror del 1976 Carrie e la serie tv Teen Wolf , e sono arrivate a lambire la scritta Hollywood sul Monte Lee. È finita in cenere anche la proprietà di Mel Gibson a Malibù. Al momento dell’incendio, l’attore era in Texas per registrare una puntata del noto podcast di Joe Rogan sul sequel del film «La Passione di Cristo». Gibson, come Trump, ha criticato il governatore della California, Gavin Newsom, per la maldestra gestione della crisi: «Penso che tutti i soldi delle nostre tasse siano andati per il gel per capelli di Gavin. Aveva detto che si sarebbe occupato delle foreste ma non ha fatto nulla». «È devastante quello che sta accadendo – ha raccontato Gibson a NewsNation’s -. Sono stato sollevato dal peso delle mie cose perché sono tutte in cenere. È tutto così perfettamente bruciato che lo potrei mettere in un’urna». La star di Braveheart ha detto di aver vissuto nella sua villa per circa 15 anni e che anche le case di alcuni dei suoi vicini sono «sparite», compresa quella dell’attore Ed Harris. Mel Gibson ha fatto sapere che la sua famiglia ha seguito l’ordine di evacuazione ed è al sicuro.

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