“Il tribunale ha sentenziato che gli articoli di Mario De Michele corrispondono alla verità. Ora è il tempo delle risposte!”. Con un video sul suo profilo Fb Eugenio Oliva si sofferma sull’assoluzione del direttore di Italia Notizie al termine del processo a suo carico intentato dal sindaco Enzo Guida in particolare sulle inchieste su “parentopoli” e “incaricopoli”. Oliva, che è tra i promotori del movimento Cesa Futura, rivendica le battaglie condotte dall’opposizione vera (quella consiliare è una farsa) e chiede al primo cittadino di dar conto alla popolazione degli scandali amministrativi che si sono consumati negli anni di gestione targata Guida (link in basso). Una richiesta politica più che legittima, in quanto gli articoli finiti al vaglio del tribunale Napoli Nord su querela per diffamazione a mezzo stampa riguardano questioni di indubbio interesse pubblico. Nelle sue inchieste De Michele ha posto l’accento sulle assunzioni di parenti stretti degli amministratori locali grazie ai concorsi comunali, sugli incarichi professionali conferiti con affidamenti diretti a familiari di assessori, consiglieri e politici di maggioranza, sugli abusi edilizi commessi da un esponente della giunta, sull’appalto diretto alla cooperativa Eco, finita nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, e sul “monopolio” politico-amministrativo su alcune importanti associazioni locali (link in basso).

Enzo Guida

La richiesta di Oliva non sarà esaudita. Ovviamente dal sindaco Guida non arriveranno risposte perché, com’è emerso in sede processuale, il suo tentativo di passare per la vittima di un complotto internazionale è fallito miseramente. Il giudice ha assolto il direttore di Italia Notizie dopo un lungo dibattimento in cui sono state ascoltate decine di testi, tutti chiamati in causa da Guida, e sono state prodotte centinaia di pagine con documenti ufficiali che hanno trovato un puntuale riscontro oggettivo. Il sindaco di Cesa non risponderà perché non può rispondere. Solo per ricordare qualche nome, tramite lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi comunali sono stati assunti Carlo Perfetto, marito del vicesindaco Giusy Guarino, Alessia Autiero, figlia del capogruppo di maggioranza Nicola Autiero, e Antonio Borzacchiello, candidato con Guida alle ultime comunali. Il primo a Casagiove, la seconda a Sant’Arpino, il terzo a Mondragone. Cosa c’è da rispondere? Sono fatti, i tre fortunati stanno lì, dietro le scrivanie con un bel posto fisso. Qualche anno prima, Mariateresa Marrandino, moglie di Cesario Villano, cugino dell’omonimo assessore, oggi consigliere e 13° candidato della lista Nuova Primavera Cesana, è stata assunta a Cesa, ipotesi prospettata molto tempo prima dalla vera opposizione. Tra i papabili prossimamente assunti in altri enti locali figurano Peppe Mangiacapre, segretario del Pd, lo stesso Villano, e Luigi Migliaccio, cugino dell’assessore Francesco Turco, ai primi posti del concorso per istruttore tecnico. E che vuoi rispondere?

Nicola Autiero

La pagina più nera è stata scritta con l’affidamento diretto a parenti stretti, peraltro sempre gli stessi, di incarichi professionali per un ammontare di quasi 300mila euro in appena tre anni. Ne hanno beneficiato Umberto Marino, cugino dell’assessore Alfonso Marrandino, Luigi Marrandino, zio di Erika Alma, convivente di Guida, Luigi Migliaccio, parente dell’assessore Turco, Michele Autiero, fratello di Nicola Autiero, e l’onnipresente già citato Villano. Un cerchio magico per i professionisti-parenti, tragico per i tecnici locali senza santi in paradiso. Anche su questo per Guida sarà impossibile rispondere. Ci sono le determine. C’è una palese e reiterata violazione del codice pubblico dei contratti che impone, tra l’altro, il rispetto del principio di rotazione: chi ottiene un incarico professionale presso un ente locale per i successivi 3 anni non ne può ottenere altri.

Carlo Perfetto e Giusy Gurarino

Poi c’è l’appalto diretto di quasi 20mila euro alla cooperativa Eco, finita nel mirino della Dda di Napoli e colpita da interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Salerno (link in basso). La “madre” della Eco è Sofia Flauto, amica di vecchia data di Giusy Guarino e del suo consorte Carlo Perfetto. Pasquale, fratello del vicesindaco, ha fatto parte del cda di una delle coop satelliti della Eco che, secondo il pm antimafia Ardituro, hanno creato un monopolio nel Terzo settore a suon di tangenti e con l’aiuto del clan dei Casalesi. Come fa il povero Guida a rispondere? En passant, rispolveriamo la vicenda dell’allora assessore ai Lavori pubblici, Cesario Villano, oggi consigliere di maggioranza, raggiunto da sanzioni amministrative per abusi edilizi, in quanto la sua abitazione presentava una serie di difformità urbanistiche. Carta canta.

È da apprezzare lo sforzo di Eugenio Oliva. Qualsiasi politico e cittadino libero pretenderebbe delle risposte da Guida. Ma, sia sa, la fascia tricolore parla solo di “cose belle”, quelle brutte tende a dimenticarle. Ci sta. Ciò che lascia molto perplessi è l’ostinato silenzio di Giuseppe Fiorillo, candidato sindaco di Cesa in Comune. Perché non dice nulla? Perché non prende posizione su atti e fatti gravi tutti certificabili? E soprattutto, non si è ancora capito, perché gli elettori dovrebbero votare lui e non Guida. Finora infatti resta ancora un mistero la piattaforma politico-programmatica di Fiorillo. Se l’apprezzato medico pensa di soppiantare un sistema personalistico con un altro dello stesso tipo è destinato a sconfitta certa. Tra la l’originale e la copia i cittadini sceglieranno, giustamente, sempre l’originale.

Inciso finale. Tra i commenti al video di Oliva spicca quello di uno zio di Enzo Guida. Al netto dello sterminio senza pietà della lingua italiana (si spera che prima o poi si torni a studiare l’idioma italico), il parente del sindaco, nonostante l’assoluzione, mette in discussione la credibilità del direttore di Italia Notizie. Su questa questione, ovviamente alimentata strumentalmente dai boys della fascia tricolore e dai componenti del cerchio magico, bisogna mettere un punto. Peraltro arcinoto. De Michele ha pagato per fatti che non hanno alcuna attinenza con la sua professione di giornalista. Ma ciò che conta di più è che De Michele non ricopre prestigiose cariche pubbliche retribuite dai cittadini. Campa del suo lavoro, non dei soldi dei contribuenti. Non solo. Non è mai stato condannato in primo grado o imputato per reati contro le donne, meno che mai contro la moglie. Lo stalking e i maltrattamenti in famiglia sono reati incompatibili con le cariche pubbliche, anche perché sono considerati da “codice rosso”.

Per chi ricopre cariche istituzionali il piano pubblico e quello privato inevitabilmente si intersecano. Lo capirebbe anche un bambino. Chi finge di non capirlo non vuole sputare nel piatto in cui mangia. E va bene così. C’è almeno coerenza. Ma pretendere di impartire lezioni di moralità è davvero troppo. Al di là delle ridicole difese d’ufficio c’è una sentenza di assoluzione di un tribunale che ha dichiarato De Michele credibile. Un macigno per Guida e company. Come direbbe Paul Valery: “Quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore”.

Michele Apicella

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