
Secondo un novello tifoso sfegatato di Enzo Guida, notoriamente definito fino a poco tempo fa dal sindaco Pd di Cesa come “scemo del paese, ciuccio in grado di fare solo le pratiche delle auto tozzi-tozzi”, basta chiedere in giro per una conferma unanime, i nostri articoli sarebbero troppo lunghi. Nel comprendere la difficoltà dei laureati da strapazzo a decifrare l’idioma italico registriamo la critica, ma ovviamente non ne teniamo conto. Nemmeno stavolta saremo sintetici, nella consapevolezza che per cogliere il senso delle nostre parole gli analfabeti di ritorno dovranno comunque attendere l’invio da parte del padrone politico del post da pubblicare sui social per “difesa d’ufficio”. Giustamente il “capo” non si fida di ciò che scriverebbe uno considerato da lui stesso un “asino matricolato”. Come dicevamo, è impossibile essere sintetici. È necessario essere dettagliati per svelare il trucco e squarciare il velo dell’illegalità. A scanso di equivoci non useremo frasi ironiche per non prestare il fianco a quelli del cerchio tragico che di fronte a verità assolute, attestate da documenti ufficiali visionabili sull’albo pretorio, hanno goffamente tentato di spostare l’attenzione dall’ennesimo scandalo compiuto dall’amministrazione comunale nel conferimento diretto di un incarico professionale a un soggetto “organico” alla maggioranza. Nonostante fosse totalmente privo dei requisiti di legge, l’unto dal Signore ha beneficiato dal 2021 al 2024 di 549 euro al mese. Il fortunato è Antonio Borzacchiello, candidato non eletto alle comunali 2020 nella lista Nuova Primavera Cesana capeggiata da Guida. Per Borzacchiello è stata davvero una bella Nuova Primavera. Per i veri professionisti locali la vittoria di Guida si è rivelata un inverno di mortificazioni durato 5 anni.

Da quanto risulta dall’albo pretorio, ben 43 atti ufficiali che pubblichiamo in basso, il nostro caro Borzacchiello ha percepito 549 euro al mese dall’agosto 2021 al settembre 2024. Per un totale di quasi 20mila euro. Soldi pubblici stanziati per il servizio di comunicazione digitale. Con una delibera di giunta sindaco e assessori lo definirono un servizio importante per l’ente locale per promuovere l’attività dell’amministrazione sui social. In verità, la copertura quotidiana e massiccia su Fb è già ampiamente garantita da Guida, che ogni santo giorno elenca su un diario virtuale, in tutti i sensi, le “cose belle” realizzate dalla squadra di governo. Ma per l’esecutivo, sicuramente non per la gente, la comunicazione digitale era comunque una priorità. Quindi il comune stanzia, per la gioia di Borzacchiello, la bellezza di 5.400 euro all’anno. Si procede all’affidamento consultando 5 operatori economici. Guarda caso, l’incarico viene assegnato al candidato non eletto di Nuova Primavera Cesana. Nell’atto si fa riferimento al codice degli appalti pubblici. Ed è qui che i conti non tornano. La normativa è chiarissima: il soggetto prescelto deve essere in possesso di competenze professionali e di pregresse esperienze lavorative. Quali sono quelle di Borzacchiello? A quanto ci risulta non è laureato. Non fa nulla, anche se in Italia uno straccetto di laurea non si nega a nessuno. Vedasi il ciuccio matricolato delle auto tozzi-tozzi, per usare le testuali parole di Guida. Ma Borzacchiello non è iscritto neppure all’albo dei giornalisti. E, come se non bastasse, non possiede nemmeno le pregresse esperienze lavorative previste dalla legge.

Domanda: in base a quali requisiti l’incarico è stato affidato a Borzacchiello? Perché viene scelto proprio lui? Quale titolo o qualifica possedeva? L’unico elemento incontrovertibile era la sua candidatura nella lista di Guida. Era un nome arcinoto. Il che fa pensare, non serve tanta malizia, a una prebenda politica per il suo impegno a sostegno della lista Nuova Primavera Cesana. La normativa non ammette prebende. I soldi dei cittadini vanno spesi senza sperperi e nell’interesse della collettività. A proposito della normativa vanno ricordate alcune disposizioni non aggirabili. Come già detto, il requisito inderogabile è quello delle pregresse esperienze lavorative. È contenuto in modo inequivocabile nel decreto legislativo 36 del 2023, che ha sostituito il d.lgs 50/2016. In entrambi è rimarcato il principio delle pregresse esperienze lavorative. Con diverse circolari l’Autorità nazionale anticorruzione ha chiarito che si tratta del parametro fondamentale negli affidamenti diretti di appalti e incarichi professionali. Ad abundantiam (il noto ciuccio di cui sopra navighi su internet per il significato della locuzione latina), è sopraggiunta la sentenza n. 2153 del 17 gennaio 2025 della quinta sezione penale della Corte di Cassazione. Gli Ermellini hanno stabilito che “la determina di affidamento comporta implicitamente l’attestazione che i requisiti dell’affidatario, tra cui la “documentata esperienza pregressa” richiesta dall’art. 50, comma 1, lett. b) del Codice degli appalti, sono stati verificati e risultano sussistenti. Non solo. Per la Suprema Corte “la mancata menzione esplicita della verifica nell’atto non salva il dirigente dalla responsabilità penale, se il presupposto è oggettivamente falso o privo di riscontro”. L’affidamento diretto prevede infatti che per procedere con questa tipologia di procedura si debba assicurare “che siano scelti soggetti in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali”.

In mancanza di tale attività istruttoria e indipendentemente dalla presenza di formule esplicite nella determina, si configura a carico del funzionario o del responsabile unico del procedimento il reato di falso ideologico in atto pubblico, punito con la reclusione da uno a sei anni (art. 479 del codice penale). Non spetta a noi stabilire se l’attività istruttoria sia stata carente. Sarà compito della magistratura perché, come già annunciato, lo scrivente presenterà formale esposto. Contestualmente sarà denunciato chi ha accusato a mezzo stampa il sottoscritto di “prendere soldi dai soliti noti”. A scagliare la pietra è proprio chi campa con gli incarichi conferiti a prestanome, è proprio chi si è venduto per il Puc. Piccolo inciso: per quella infamante accusa sono già sotto processo il sindaco Guida e il suo vice Giusy Guarino. La sentenza arriverà a breve. E non c’è due senza tre. In ogni caso quello è che inconfutabile è la mancanza dei requisiti di legge nell’affidamento dell’incarico a Borzacchiello. Pubblichiamo in basso tutte le determine di liquidazione di 549 euro caduna, la delibera di giunta e le proroghe del servizio, anch’esse “contra legem”. Ripetiamo, sono 43 di atti ufficiali visionabili sull’albo pretorio (link in basso). È una sequela di illegittimità durata circa tre anni. Poi lo stop perché Borzacchiello lo scorso ottobre è stato assunto a tempo indeterminato a Mondragone grazie allo scorrimento della graduatoria dei concorsi comunali di Cesa (clicca qui). Stessa sorte di Carlo Perfetto, marito del vicesindaco Guarino, in servizio a Casagiove, e di Alessia Autiero, figlia del capogruppo di maggioranza Nicola Autiero, che ha incassato all’età di 21 anni il posto fisso a Sant’Arpino. Il cerchio tragico va in paradiso. Mentre chi non ha santi a cui appendersi resta disoccupato.
Una breve chiosa. Un mio articolo è stato definito strumentalmente sessista. Quando Tina Bove si è costituita in giudizio contro Guida per stalking e maltrattamenti in famiglia chi ha gridato allo scandalo? Chi ha preso le difese dell’allora moglie del sindaco? E dopo la condanna di Guida a due anni in primo grado per stalking cosa ha detto? E dopo il rinvio a giudizio per maltrattamenti in famiglia? Le pasdaran da quattro soldi hanno mai difeso in vita loro persone del gentil sesso maltrattate? Che ipocrisia. Che miseria umana. Le donne del cerchio tragico vanno difese. Le altre sono considerate di serie B. La storia e il popolo vi giudicherà. Statene certi e certe.
Mario De Michele
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