Nonostante sia stata sbandierata ai quattro venti, con gli immancabili annunci social e manifesti del comune affissi sui tabelloni pubblicitari, l’inaugurazione di via Berlinguer ha fatto registrare la partecipazione dei soliti quattro amici al bar, per dirla con Gino Paoli. All’iniziativa, che si è tenuta lo scorso 20 settembre, erano presenti più amministratoli locali che cittadini. Neppure l’invitante buffet ha spinto la popolazione a presenziare alla manifestazione tanto propagandata da Enzo Guida e da Cesario Villano. Oltre alla fascia tricolore e al consigliere delegato ai Lavori pubblici, erano presenti il il vicesindaco Giusy Guarino, l’assessore Alfonso Marrandino e il presidente dell’assise Mimmo Mangiacapra, con al seguito i funzionari Giacomo Petrarca e Salvatore Sarpo. Al parroco Giuseppe Schiavone il compito di benedire la strada.
Al netto del flop partecipativo, vanno segnalati alcuni aspetti politico-amministrativi di non poco rilievo. In primis, il tecnico incarico della progettazione e della direzione dei lavori è l’architetto Luigi Migliaccio, imparentato con l’assessore Francesco Turco. Nel 2023 ha ottenuto l’affidamento diretto di 39.301 euro su un totale dei costi dell’opera di 240mila euro (link in basso). Tra luglio e ottobre del 2021 Migliaccio ha beneficiato di altri due incarichi diretti per un totale di 57mila euro. Se a questa cifra aggiungiamo i 39.301 intascati per il progetto di via Berlinguer, l’architetto parente di Turco si è portato a casa la bellezza di 96.369 euro in appena 3 anni. Quasi 100mila euro di incarichi assegnati in palese violazione del principio di rotazione previsto dal codice degli appalti e dall’Autorità nazionale anticorruzione.
Torniamo al progetto di riqualificazione di via Berlinguer. Il 16 settembre, ovvero 4 giorni prima dell’inaugurazione, il responsabile dell’area Lavori pubblici Petrarca ha approvato la variante al progetto redatta da Migliaccio, per un costo complessivo di 12.430 euro. Le spese extra erano dovute, riportiamo dalla determina ai seguenti interventi: “Realizzazione di n. 5 attraversamenti pedonali rialzati in prossimità degli incroci, implementazione della segnaletica orizzontale e verticale in prossimità degli incroci, implementazione della segnaletica orizzontale e verticale per incrementare il numero di stalli destinati ai portatori di handicap, fornitura e posa in opera di n. 20 dissuasori di parcheggio a colonna in gomma flessibile, al fine di garantire una migliore distribuzione dei posti auto previsti lungo l’asse viario” (link in basso).
Non è un po’ troppo spendere 12.430 euro per le strisce, per 5 dossi, per qualche segnale e per 20 dissuasori? Ma non finisce qui. Tutti i marciapiedi della strada sono stati realizzati in asfalto. Un obbrobrio (foto in basso). Guida e company hanno penalizzato i marciapiedi per realizzare l’impianto di pubblica illuminazione. Scelta che potrebbe essere al limite condivisibile se non fosse che i pali della luce, posti su un solo lato della strada e dipinti con i colori dell’arcobaleno (pop art o propaganda?), non illuminano a sufficienza entrambi i lari dell’asse viario. Non a caso di fronte alla caserma dei carabinieri è stato necessario implementare l’illuminazione con dei faretti posti sotto i lampioni.
Insomma, è giusto “coltivare solo (presunte) cose belle” ma è ancora più importante per la collettività fare le cose per bene. Il fumo negli occhi svanisce presto. Le opere pubbliche realizzate in malo modo restano per anni.
Mario De Michele
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