Pubblichiamo integralmente la richiesta inviata via Pec dal direttore Mario De Michele al responsabile del sito web atellanews.it e alla redazione di rimozione e rettifica dell’articolo pubblicato dalla citata testata ieri, 26 dicembre 2025.
Al direttore responsabile del portale atellanews.it
Oggetto: Rimozione articolo e Rettifica ai sensi dell’art. 8 L. 47/1948
Egregio direttore responsabile e spettabile redazione di atellanews.it,
nella giornata odierna (sabato 27 dicembre 2025), mi è stato segnalato da numerosi familiari e amici un articolo senza firma pubblicato ieri (26 dicembre 2025) sul vostro sito di informazione locale e tuttora in apertura dell’homepage, dal seguente titolo a caratteri cubitali: “Stangata natalizia per Mario De Michele. La Cassazione conferma il sequestro di soldi e cellulari. Condannato a pagare anche 3000 euro alla Cassa delle Ammende”.
Nel citato articolo senza firma, quindi per legge riconducibile al direttore responsabile, viene riportata la decisione della Cassazione in merito al ricorso avverso il sequestro del mio telefonino, presentato dal mio legale, l’avvocato Mario Griffo, durante la mia ingiusta e, per fortuna, breve detenzione, cagionatami dalla denuncia calunniosa e fantomatica, oltre che ridicola, di estorsione da parte del pregiudicato per reati di camorra Angelo Brancaccio, condannato in via definitiva a 8 anni di carcere, molti dei quali scontati in cella, per associazione mafiosa (ex art. 416-bis del codice penale).
Alla luce della ricostruzione dei presunti fatti, palesemente incompleta, faziosa e “dettata” dall’input interessato di qualche avvocatucolo da strapazzo, mi trovo costretto a chiedere alle Signorie Vostre l’immediata rimozione dell’articolo in questione e la pubblicazione di una rettifica per ripristinare la verità dei fatti realmente accaduti, cassando quelli presunti e animati da scopi “politici” e personalistici.
In primis, faccio presente che il ricorso dell’avvocato Griffo risale allo scorso luglio e fu presentato nell’immediatezza del mio ingiusto arresto, ovvero fu un atto difensivo che qualsiasi bravo legale avrebbe inoltrato a tutela del proprio assistito. Pur essendo comprensibile che per gli avvocatucoli da quattro soldi possa sembrare chissacché o una mossa di tale portata giuridica da essere “segnalata” agli organi di stampa amici, ciò che stride con un’informazione corretta e seria è la totale assenza di contestualizzazione storica dei presunti fatti riportati nell’articolo in questione e ancor di più la poca attenzione alla motivazione alla base del ricorso, ovvero la tutela delle “fonti” di un giornalista professionista che, per ovvi motivi professionali, potrebbero essere svelate dalla visione del suo smartphone. Naturalmente mi riferisco alle “fonti” estranee al procedimento intentato a mio carico a seguito della denuncia calunniosa presentata dal pregiudicato per camorra Brancaccio.
In secundis, ma è ancora più grave e denota un modo di fare informazione di parte e scorretto, nell’articolo incriminato vengono riportate notizie datate e ampiamente superate dagli importanti sviluppi giudiziari successivi al ricorso.
Stranamente viene omesso di sottolineare che il sottoscritto è stato scarcerato, senza alcuna limitazione della libertà, in data 15 luglio 2025 dai giudici del Riesame di Napoli appena 15 giorni dopo l’arresto e la conduzione in carcere, per “mancanza di indizi di colpevolezza”.
Non viene rimarcato, inoltre, che il sottoscritto è stato immediatamente reintegrato nell’Albo dei Giornalisti della Campania, dal quale ero stato sospeso dopo l’arresto.
Ma soprattutto, con dolo e malafede, viene fatta passare come la “notizia del giorno”, come si evince dal titolo “Stangata di Natale” e dalla collocazione in apertura dell’homepage, un fatto ampiamente superato, una “non notizia”, in quanto lo smartphone mi è stato consegnato più di due mesi fa, per la precisione il 21 ottobre 2025, dai carabinieri del comando di Marcianise, che hanno condotto le indagini e che mi hanno contattato per restituirmi in tale data il telefonino.
Anche un bambino in fasce capirebbe chi c’è dietro questa meschina operazione pseudo-mediatica, chi è il solito spargitore d’odio, chi è che tenta di intimidire in ogni modo e con ogni mezzo coloro i quali non chinano la testa e non fanno parte del cerchio tragico.
Altro che stangata di Natale, è in vista una stangata popolare. E questi attacchi personali sono la conferma dell’estrema debolezza in cui versa l’autore “anonimo”.
Se posso comprendere, ma non giustificare, questi mezzucci da parte di chi vive per fare del male agli altri, non reputo accettabile la mancanza di professionalità e serietà di chi dovrebbe fare informazione innanzitutto informandosi su ciò che scrive e pubblica.
Sarebbe bastata una telefonata alle autorità competenti, primi fra tutti i carabinieri del comando di Marcianise, per accertare che il sottoscritto non ha subito nessuna “Stangata di Natale”, e che dallo scorso 21 ottobre, più di due mesi fa, mi è restato restituito lo smartphone.
Non solo. Sarebbe stato un gioco da ragazzi, o semplicemente da giornalisti degni di questo nome, appurare che io stesso, non avendo nulla da nascondere, ho immediatamente fornito, tramite Pec, il codice di sblocco del mio iPhone al perito della Procura, ing. Carmine Testa, per consentirgli di passare al setaccio il mio telefono.
Sarebbe stato facile “scoprire” che la relazione conclusiva depositata agli atti dall’ing. Testa recita testualmente: “Dalla visione del contenuto del telefonino non emerge alcun elemento rilevante dal punto di vista investigativo”.
Sarebbe stato agevole “scoprire” che fu sequestrato anche lo smartphone del pregiudicato per camorra Brancaccio, presentatore di una denuncia calunniosa, come confermerebbe in ogni sede l’intera popolazione di Orta di Atella.
Invece, ancora una volta si è prestato il fianco a manovre pseudo-politiche, o meglio criminali, che mirano esclusivamente ad annientare gli avversari.
Alla luce di quanto esposto, chiedo e ribadisco alle Signorie Vostre l’immediata rimozione dell’articolo in questione e l’immediata pubblicazione di codesta rettifica ai sensi dell’art. 8 della Legge n. 47/1948, annunciando che questa richiesta non mi preclude la possibilità di agire in sede penale e civile per tutelare la mia immagine, anche sulla scorta dell’allarme causato dall’articolo incriminato tra i miei familiari e amici.
In caso di mancata rimozione dell’articolo e di mancata pubblicazione della rettifica, quindi di violazione della legge, invierò un esposto all’Ordine dei Giornalisti della Campania per l’avvio di un procedimento disciplinare a carico dei soggetti inadempienti.
Cesa, 27 dicembre 2025
Mario De Michele












