Una stagione trionfale per Giovanni Zazzaro. Dopo aver vinto il titolo regionale del Lazio (l’Orsello Cup), il giovanissimo (classe 1999) sciatore puteolano s’è imposto nella gara nazionale (specialità gigante) del Pinocchio (storica ed importante kermesse giovanile svoltasi all’Abetone in Toscana), poi, è giunto 2° nello slalom italiano ed anche in quello internazionale alle spalle, per soli 20 centesimi, del francese Lauric Convert.

Sui cugini d’Oltralpe s’è preso la rivincita nel gigante infliggendo 42 secondi a Corentin Lorin. “Speravo di vincere anche nello slalom, ma – spiega – le altre nazioni sono forti, in particolare conoscevo la competitività di transalpini, russi e croati che hanno talenti molto validi”. Ma le soddisfazioni non sono finite: domenica 25 marzo a Tarvisio (Udine) s’è laureato campione italiano nella categoria ragazzi (nello slalom). “La gioia provata è indescrivibile, anche a distanza di diversi giorni – commenta – Nella prima manche ho commesso qualche errore, ma nella seconda è andato tutto per il verso giusto e così ho recuperato il ritardo di 1” che avevo dal mio avversario ed ho chiuso con uno di vantaggio. L’immagine simbolo di quella giornata è mio padre che salta la rete che delimita la pista per venire ad abbracciarmi. La felicità era immensa per tutta la mia famiglia che mi sostiene a 360° e mi segue sia dal vivo sia a distanza attraverso internet. Questo splendido risultato è tutto per loro”. Di professione fisioterapista, il padre Nicola s’è inventato skimen (l’addetto alla preparazione dell’attrezzatura), accompagnatore, ed ogni altro piccolo ruolo funzionale al percorso sportivo del figlio cui ha trasmesso la passione per la montagna. “Da ragazzo ho praticato il calcio militando nel Napoli sino agli allievi – racconta il papà – Dovevo essere aggregato anche alla Primavera di Soriani che partecipò vincendolo alla Coppa Carnevale – torneo di Viareggio, ma dovetti rinunciare alla convocazione a causa della varicella. In seguito la società azzurra voleva cedermi in prestito, per farmi maturare esperienza, a sodalizi senior ma di categorie inferiori, ma io non accettai per concentrarmi sullo studio. Durante questa parentesi calcistica, nel tempo libero, mi piaceva l’area pura, la serenità e la tranquillità della montagna dove mi rifugiavo spesso prima da solo, poi con mia moglie ed ora anche con i figli che amano tutti la neve”. “Ho iniziato a 2 anni per passatempo – ricorda Giovanni – Un giorno Fabrizio, un allenatore, mi vide sciare e mi disse che avevo una buona tecnica e mi propose di praticare questo sport seriamente, non più per gioco. Con lui ho iniziato un percorso che ormai dura da un decennio”. In questo frangente è stato tesserato per gli sci club: Napoli, Vesuvio (di Posillipo), Vulcano, Roccaraso ed infine CLS Monti Ernici. Al suo fianco, in qualità d’allenatore, c’è Giovanni Moriconi. “Mi sta insegnando tanto – ammette – In primis la voglia di migliorare sempre, poi la calma. Alcuni tecnici precedenti e mio padre mi mettevano un poco di tensione. Stiamo, inoltre, lavorando sull’ansia che mi attanaglia alcune volte nelle gare. In pista guardando l’arrivo mi rilasso un poco, perdo qualche decimo, ciò mi è costato 3 cadute con conseguente vittoria sfumata, in particolare in un’edizione del Topolino internazionale. E’ un aspetto mentale”. “Ci stiamo concentrando – rivela il trainer – sulla correzione di qualche errore tecnico dovuto alla crescita del teen agers che è un vero talento”. Miglioramenti agonistici, ma non solo perché lo sci è una disciplina molto popolare nell’Italia settentrionale, soprattutto in Alto Adige, e nei paesi dell’Europa centrale. Ha come lingua ufficiale il tedesco. “Conoscerlo è fondamentale, altrimenti sei considerato un terrone – chiarisce il signor Nicola – Questo è il loro sport e non vogliono ingerenze. L’ultima vittoria di Giovanni è stata vissuta come una disgrazia, ma comprendendo la loro lingua riesci maggiormente ad essere accettato”. “Ad oggi parlo meglio l’inglese – dice Giovanni – ma nella scuola internazionale Montessori della Nato di Bagnoli ho iniziato da poco le lezioni di tedesco, quindi, ho tutto il tempo per impararlo meglio così capirò i consigli o presunti tali dei contendenti. Al momento ho dedotto che spesso sono parole dette per ingannarmi e di conseguenza ho imparato a non considerarli verità. La stessa mia strategia è adottata anche da Davide Baruffaldi con cui s’è instaurato un rapporto più sincero. In alcuni aspetti siamo simili, ma in gara ovviamente siamo rivali”. In questa, come in tutte le discipline, il vincitore, al massimo anche il 2° ed il 3°, sono ricordati, ma gli altri no e, quindi, non c’è spazio per i sentimentalismi. Si scende per vincere e per scalare la classifica annuale della FISI. Quella 2010/11 è stata appannaggio di Zazzaro che molto probabilmente si confermerà leader dopo i recenti ottimi risultati che non saranno gli ultimi. “Nella prossima stagione voglio vincere tutto – afferma con sincerità – A novembre sarà stilato il calendario ufficiale. Dovrei partecipare a una decina di gare, tutte concentrate in poco più di un mese. Dovrò arrivarci al meglio. Il mio sogno nel cassetto, invece, è disputare la Coppa del Mondo. Con la riforma regolamentare varata recentemente potrei parteciparvi quando avrò 20 anni, età ritenuta migliore dalla federazione per confrontarci con Svizzera ed Austria, i cui atleti sono più esperti degli italiani. In attesa di ciò mi alleno duramente sugli sci (in estate sui ghiacciai del Trentino), in palestra, in bici, per rafforzare la parte superiore del corpo. Quest’anno, causa un piccolo infortunio, mi sono allenato poco e ciò ha condizionato leggermente il mio rendimento”. “Dal 13 al 22 gennaio scorso, ad Innsbruck, s’è svolta la prima edizione delle Olimpiadi invernali giovanili – aggiunge il padre – Lui non ci pensa, ma nel 2016 avrà l’età richiesta per parteciparvi se sarà 1° nella graduatoria nazionale della sua categoria. Per noi sarebbe un sogno, mi viene la pelle d’oca solo a pensarci. Per riuscirci deve mantenersi al top, ma non è facile. In Italia, Piemonte ed Alto Adige sono le regioni più forti, ma altre, tra cui il Lazio, stanno crescendo. Ai giochi, poi, penso che Austria, Francia e Slovenia sono di livello superiore. L’ideale per la sua crescita sarebbe trasferirsi stabilmente al nord, vicino le Alpi, ma non è un passo agevole. Noi abbiamo radici molto forti, un legame solido con la famiglia, in particolare con il nonno. A Pozzuoli ha la natura, l’area pura, la serenità, il complesso Iflham dove allenarsi (piscina, palestra, pista d’atletica, percorso per le bici), ma non c’è la neve, Adottando un’altra strategia, non meno sacrificata, i risultati stanno arrivando, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra, concentrati perché nello sport le insidie sono sempre dietro l’angolo. Per il futuro si vedrà”. Un adagio popolare recita “Se son rose fioriranno”, ma in questo caso le premesse sono molto positive.

 

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