GIUGLIANO – Un minuto di silenzio dedicato a Melissa Bassi, la sedicenne rimasta uccisa nell’esplosione che nella mattinata aveva insanguinato l’istituto professionale “Francesca Morvillo Falcone” di Brindisi. Non poteva che aprirsi col ricordo della studentessa di Mesagne l’evento che nel pomeriggio di ieri presso l’istituto “F.lli Maristi” di Giugliano, sede del locale presidio Libera, ha visto la presentazione del fumetto “Giancarlo Siani …e lui che mi sorride”, volume dedicato alla memoria del giovane cronista napoletano ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985.

Aperto coi saluti del preside dell’istituto, Giorgio Banaudi e l’introduzione curata da Alessandro Bevilacqua, giovane studente universitario, membro del presidio, che ha ricordato la figura di Giancarlo come esempio massimo di ricerca della verità attraverso la professione giornalistica, l’evento è entrato subito nel vivo con gli interventi coordinati dal giornalista molisano Paolo De Chiara. Il primo contributo è quello del segretario generale della fondazione Polis, Enrico Tedesco, che nell’intervenire sui fatti di Brindisi ha voluto sottolineare che «… il tempo in cui viviamo non è quello delle risposte, ma delle domande. Bisogna interrogarsi sul perché sia stata colpita proprio la scuola intitolata a Francesca Morvillo Falcone, moglie del giudice Giovanni Falcone, del quale proprio il prossimo 23 maggio ricorre il ventennale della morte, avvenuta per mano della mafia nella strage di Capaci». «Interrogarsi – ha aggiunto Tedesco – equivale a costruire un Paese migliore. Perché le domande fanno cultura, fanno memoria. Una memoria che nel ricordo di figure come quella di Giancarlo Siani, trova il massimo esempio di lotta alla camorra, che consiste, molto semplicemente, nello svolgere con serenità il proprio lavoro». Dopo Tedesco, è stato il turno del Procuratore di Campobasso, Armando D’Alterio, P.M. del caso Siani, che riflettendo anch’egli sulla tragedia di Brindisi, ha sottolineato come l’assenza di rivendicazioni terroristiche, apre la strada alla pista mafiosa delle bombe esplose davanti alla scuola. «Una mafia che attraverso azioni del genere produce come effetto devastante lo smarrimento dell’opinione pubblica. Smarrimento come quello provocato proprio in occasione dell’assassinio di Giancarlo Siani che nel 1985 fece scalpore perché fino ad allora a morire di camorra erano stati solo politici, forze dell’ordine, gli stessi camorristi. Insomma, figure di mafia, di antimafia, ma mai un cronista, e attraverso di lui la società civile». Quella società civile fatta di uomini, donne, ma soprattutto di giovani. «Giovani che – ricorda Alessandro Di Virgilio, autore del fumetto assieme al disegnatore Emilio Lecce – nel 1985 si emozionavano nel leggere gli articoli di un ragazzo, nostro coetaneo, che scriveva in maniera così disinvolta di un fenomeno tanto grave come la camorra». «Un autentico esempio per quella generazione – prosegue lo scrittore – che assieme al suo coraggio, per troppi anni è stato relegato in un oblio dal quale abbiamo deciso di liberarlo attraverso la realizzazione del nostro libro. Un volume proposto in chiave fumettistica per rendere il libro fruibile soprattutto alle nuove generazioni, chiamate ad essere i giusti depositari del ricordo di Giancarlo». A rendere più emozionante l’evento, la proiezione di alcune scene del film di Marco Risi, Fortapàsc, con le quali si è voluto ricordare l’importante ruolo di un cosiddetto giornalista giornalista, come recita una battuta del film, nella lotta alla camorra che però come ha commentato il procuratore D’Alterio «… deve accompagnarsi al lavoro dei magistrati magistrati e soprattutto di un Governo che dimostri di essere di essere tecnico fino in fondo».

 

Vincenzo Viglione

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui