Arrestati, nel Napoletano, cinque affiliati a due clan camorristici. Usura e racket, le accuse. Tra le vittime anche un imprenditore che stava costruendo una caserma dei carabinieri. E tra gli arrestati anche chi aveva preso il posto di Ciro Di Domenico, reggente dell’omonimo clan, latitante dallo scorso mese di giugno e proprio poche ore fa finito in manette.
Ordinanze di custodia cautelare a carico di Agostino Sangermano, 31 anni, detenuto a Bellizzi Irpino, ritenuto a capo dell’omonimo gruppo camorristico attivo nell’Agro Nolano e in parte della provincia di Avellino in alleanza con il clan camorristico Cava di Quindici (Avellino); Carmine Miele, 48 anni, detenuto a Secondigliano, ritenuto un fiancheggiatore del clan. Arresti importanti anche per personaggi del clan Di Domenico, il cui reggente, ricercato da giugno, e’ stato catturato poche ore fa a Vieste (Foggia): Nicola Di Palma, 40 anni, detenuto a Secondigliano, ritenuto elemento di spicco del clan camorristico dei Di Domenico attivo nell’area nolana e alleato con il clan camorristico dei Moccia di Afragola; Carmine Vacca, referente del clan Di Domenico per Tufino; Arcangelo Romeo, ritenuto affiliato al clan. Sangermano e Miele sono accusati di usura continuata e aggravata dal metodo mafioso perche’ si erano fatti promettere e dare interessi e vantaggi usurai per 96.000 euro a fronte di prestiti di 30.000 euro dall’amministratore 57enne di una ditta di costruzioni con vari cantieri attivi (uno, a Tufino, in via degli Olmi, per la realizzazione di uno stabile da adibire a caserma dei carabinieri). Miele, Di Palma, Vacca e Romeo sono accusati di di tentata estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso avendo tentato in piu’ occasioni, tra maggio e giugno 2011, di estorcere la somma di 20.000 euro all’ amministratore della ditta di costruzioni che solo cosi’ avrebbe potuto proseguire le sue attivita’ ‘senza problemi’.