“Era un giovane collega onnipotente che aveva la voglia fanciullesca di cambiare le cose”. Cosi il magistrato Alessandra Camassa ricorda la figura di Paolo Borsellino nell’atrio della biblioteca di Casa Professa, a Palermo, dove è in corso la manifestazione ‘Senza tempo’ in memoria di tutte le vittime di mafia organizzata dal ‘Movimento per la giustizia articolo 3’ e dalla Fondazione progetto legalità.

Il magistrato Camassa è anche l’autore di un dialogo immaginario intitolato ‘Noi e loro’ tra Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, interpretati da Luigi Diberti e Giancarlo Ratti, accompagnati dalla voce narrante di Marco Gambino. In platea ci sono Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino, Antonio Emanuele Schifani, allievo ufficiale della Guardia di Finanza, figlio di Rosaria e Vito Schifani, uno degli agenti di scorta morti nella strage di Capaci. Ma anche Salvatore Borsellino, i magistrati Leonardo Agueci, Domenico Gozzo, Gioacchino Natoli e Sergio Lari. “A un giovane collega raccomanderei di ispirarsi al modello offerto da Giovanni Falcone – ha detto Sergio Lari – un uomo che aveva la cultura della prova processuale. Da Giovanni Falcone in tanti abbiamo imparato la correttezza professionale, il rispetto delle regole del processo, e i risultati formidabili ottenuti nel campo della lotta alla mafia e le modifiche radicali di un metodo che invece prima era debole e inadeguato”. “E’ difficile poter dire quello che provo – ha detto Antonio Emanuele Schifani – ho deciso di fare il mio dovere indossando come mio padre una divisa, seppure in un corpo diverso. Sopporto il carico di questa responsabilità e ho scelto di servire lo Stato, ma vorrei sottolineare che è con onore e orgoglio che indosso questa uniforme”.

 

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