Resta altissima la tensione sulla vicenda P4 1 e sulla diffusione delle intercettazioni relative all’inchiesta che scuote i palazzi della politica.
Dopo l’affondo di ieri (“sono irrilevanti penalmente”), il Guardasigilli Angelino Alfano si spinge oltre: “Oltre ad essere sbagliato è anche fuori dalla legge. Il problema, lo ripeto, è che si pubblicano intercettazioni tanto penalmente irrilevanti che non sono state inserite nell’ordinanza di custodia cautelare. Queste gettano un certo disdoro a chi nulla ha a che fare con l’inchiesta. Ma nessuno si fa carico di riparare al torto”. Parole che provocano la reazione del procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore: “Io vorrei vedere un po’ di indignazione per i contenuti -dice intervistato a Radio 24 – invece si cerca di delegittimare i magistrati dicendo che cerchiamo pubblicità, il che non è vero. I fatti venuti fuori attraverso le intercettazioni non sono solo gossip, che peraltro noi vorremmo evitare, ma la legge ci impone di depositare tutti gli atti, con gli allegati”. Poi Lepore chiama in causa Alfano: “La sua uscita è dettata da una motivazione politica. Il ministro sa benissimo che la procura di napoli non fa queste attività”. Il governo, per ora, va avanti. Non con un decreto 2, ma con “una buona legge” da approvare “entro agosto”. Così da evitare ai giornali di pubblicare in futuro le intercettazioni giudiziarie. “Spero che ci sia la possibilità di farla entro agosto” e “sarebbe un bell’esempio se tutte le forze politiche si mettessero insieme d’accordo” e la approvassero “con urgenza”, sottolinea il ministro degli Esteri Franco Frattini. mentre Afano insiste: “Le intercettazioni rappresentano un servizio giusto perché servono a scoprire i criminali”. Però, puntualizza il Guardasigilli “quelle che non sono penalmente rilevanti e risultano agli atti dell’inchiesta perché fatte durante le indagini ma non sono servite per l’ordinanza cautelare, è sbagliato che siano pubblicate sui giornali se riguardano soggetti estranei all’inchiesta”. Immediata la replicata dell’opposizione. “Nessun bavaglio all’informazione e Nessun aiuto ai criminali. Le intercettazioni sono uno strumento di indagine indispensabile e i cittadini hanno tutto il diritto di essere informati sulla condotta e sulle malefatte di chi governa” afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. Per Felice Casson, vicecapogruppo al Senato del Pd, Alfano “disinforma”: “Secondo il codice quando un atto del procedimento, comprese le intercettazioni telefoniche, viene messo a disposizione dell’indagato e del suo difensore cessa il segreto d’indagine”.