SANTA MRIA LA FOSSA – Oggi 29.06.2011 presso la sala consiliare del comune di Santa Maria La Fossa, in occasione della presentazione dei campi antimafia ”Terra di lavoro e dignità”,promossi da Nero e nonsolo! O.n.l.u.s., Arci, CGIL e Spi-CGIL si è firmato un protocollo d’intesa con Agrorinasce, il Comune di Santa Maria la Fossa, l’associazione Proloco “IL Cammino” ed il Comitato “Terra – Pulita” di Santa Maria La Fossa, per la realizzazione delle attività previste. Quest’anno i campi sono dedicati in particolare al politico siciliano Pio La Torre, ucciso dalla mafia 30 anni fa.
Il Sindaco Antonio Papa ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale: “Molti sono i beni confiscati sul territori del Comune di Santa Maria La Fossa, la gran parte sono utilizzati, ma è anche vero che ci sono situazioni di stallo, anche per mancanza di fondi. Il lavoro è costante e certosino: inaugurazione due anni fa dell’area mercato, inaugurazione tre anni fa del parco giochi, assegnazione provvisoria dei campo di calcetto, ed infine sono stati piantati pioppi in località Fernandelle. Pochi giorni fa, è stato raccolto grano su altri terreni, in località San Vincenzo da parte della cooperativa Eureka”.
Gianni Allucci, Agrorinasce: “I risultati del lavoro si stanno vedendo un pò per volta. Santa Maria La Fossa è un comune dalla grande storia di agricoltura e allevamento. Non a caso tanti terreni sono stati confiscati. Nero e non solo! occupandosi di immigrazione connota in maniera ancora più evidente il carattere del lavoro degli immigrati diventato in agricoltura fondamentale. Non c’è azienda agricola in cui non vengano impiegati gli immigrati. L’inserimento lavorativo proprio nell’agricoltura è un valore simbolico nonchè un valore aggiunto fondamentale. I campi di lavoro, oltre a dare possibilità di utilizzo del terreno mediante la produzione di beni, ha anche e soprattutto la valenza di dimostrare l’impegno che, cittadini ed associazioni, quotidianamente, profondono nella lotta alla camorra”.
Camilla Bernabei Cgil: “Abbiamo aderito con piacere all’iniziativa dei campi di lavoro per i giovani. Esperienza nuova cominciata l’anno scorso, ma che la Cgil aveva messo già in atto in altre parti d’Italia, come a Corleone. L’impegno a Santa Maria La Fossa vede la CGIL affrontare gli aspetti relativi alla realtà delle aziende confiscate da inserire di nuovo nel mercato produttivo. Nelle prossime settimane sarà presente in provincia di Caserta la segretaria Nazionale Camusso. La Cgil lancia un segnale al territorio per quello che deve essere il futuro per i giovani: i campi sono un modo per dire ai giovani che c’è un modo legale per lavorare su questi territori”. Simbolicamente al Sindaco di Santa Maria La Fossa viene consegnata la prima maglietta “terra senza confini” che sarà indossata dai ragazzi provenienti da tutta italia che lavoreranno i campi.
Antonio Barbato SPI CGIL: “Lo SPI ha un impegno molto forte a livello Nazionale. É giusto che i giovani sappiano cosa è successo nel nostro paese , le battaglie per la conquista dei diritti. I volontari dello spi si occuperanno di quello che occorrerà per lavorare, ma anche sul piano della memoria… che i giovani sappiano anche di fatti positivi che sono accaduti nelle nostre zone. Parteciperanno alcune delegazioni del nord Italia”.
Per Biagio Napolano dell’Arci la lotta alla camorra parte dai modelli di comportamento dei cittadini, non bastano l’esercito, la magistratura, le forze dell’ordine è necessario intervenire sulle condizioni economiche e sociali che sono terreno fertile per la camorra. “Come Arci siamo assolutamente contrari alla vendita dei beni confiscati, non semplicemente perché attraverso la vendita non si sa a chi va il bene confiscato, ma soprattutto perchè la camorra toglie ossigeno a un intero terriorio, ed è giusto che i beni sequestrati tornino ad essere appannaggio dell’ intera comunità”.
Aniello Zerillo Nero e non solo!: “Il lavoro che andremo a realizzare ha molte sfaccettature e implicazioni. Quello che a noi preme oltre le questioni concrete che consentono di migliorare l’uso del terreno confiscato, è soprattutto costruire relazioni sul territorio, tra territori e tra le persone che anche una volta terminati i campi continuino a sostenere l’azione sugli stessi. Prevediamo complessivamente l’arrivo di 50 volontari da diverse parti di italia. I campi sono tre da dieci giorni ciascuno. In questi dieci giorni si lavorerà la mattina sul bene confiscato. Obiettivo importante è anche la realizzazione di uno “Stare insieme” che si concretizzerà in molte iniziative: feste in piazza, passeggiate antirazzista sul territorio, pranzo presso le famiglie della comunità perché si evinca che questo è un territorio di accoglienza. La questione della legalità, della lotta alle mafie è una questione nazionale. Ai ragazzi occorre trasmettere quest’idea: ognuno di noi deve fare la sua parte nel suo piccolo, ognuno di noi deve piano piano aiutare a trasformare il territorio. I Beni confiscati devono tornare ad essere patrimonio comune. Questo è lo spirito con cui vogliamo realizzare le attività non solo con i soggetti che hanno sottoscritto il protocollo, ma anche con tutti coloro che vorranno partecipare. Infatti, il protocollo resta sicuramente un documento aperto a tutti”.