CASERTA – “Un altra estate rovente si sta prospettando ed attuando per i casertani con temperature africane ed i cementifici al massimo nella loro opera di inquinamento”. È quanto ha affermato Pasquale Costagliola, Presidente dell’associazione ambientalista “Terra Nostra” che si è espresso in maniera assolutamente negativi sull’opera dei cementifici a San Clemente.
“Così l’opificio Moccia Buzzi” – ha aggiunto l’esponente ambientalista, da sempre in prima linea nel denunciare l’opera devastatrice del territorio casertano da parte di industrie che non dovrebbero esserci in Città – “sta vivendo il suo lungo periodo finale in una sorta di “…Muore Maciste con tutti i filistei” ed i filistei siamo noi casertani. Infatti, dopo l’ispezione degli organi di polizia, che erano alla ricerca di misteriosi rifiuti sotterrati nell’area in una sorta di apocalisse annunciata e favorita da proroghe continue, i camini dello stabilimento di San Clemente” – è la denunzia di Costagliola – “eruttano fumo e cenere nera. Sono continue le telefonate di cittadini in crisi anche respiratoria ai Carabinieri che rimpallano a vigili ed all’Arpac, che, come sempre, non sortiscono alcun effetto. Le prescrizioni per le emissioni sonore e per i filtri sono state bypassate con la scusa del fine tempo per Moccia, una fine dell’attività estrattiva che non permetterebbe un adeguamento ai criteri di sicurezza e normalità. Moccia” – ha proseguito Costagliola – “non vuole sprecare soldi per il termine corsa dell’impresa estrattiva. Mentre si assiste ad un teatrino delle attese per una delocalizzazione infinita, il cementificio lavora estenuato a “palla” e, nelle more, licenzia gli operai, non rispetta la norma e rincara la dose di inquinamento. Tutto questo” – ha concluso Pasquale Costagliola – “senza tener conto della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) mai richiesta per la cosiddetta ricomposizione necessaria per la legge nazionale e comunitaria. Il terzo mondo ambientale e dell’illegalità abita e regna a Caserta”.
Nunzio De Pinto