Un’ora e mezza di sonno divide la lunga giornata di ieri dalla lunghissima giornata di oggi di Angela Merkel. Sufficiente a far risvegliare la cancelliera in un mondo che la dipingeva come “sconfitta”. Di più, “piegata” da Mario Monti. E da un’Italia che ha vinto al vertice di Bruxelles come sul campo di Varsavia. E’ iniziata così la maratona di oggi della Bundeskanzlerin, terminata con la ratifica nel Bundestag del Fiscal compact e dell’ESM, approvati con i due terzi della maggioranza così come lei stessa aveva richiesto. Di prima mattina, Frau Merkel ha continuato a trattare con i partner europei, per concludere insieme a loro che il vertice è “stato un successo”, ha “stabilizzato i mercati” e che alla fine si è trovato “un buon compromesso”.

Un compromesso politico, che apre una nuova via diretta per la ricapitalizzazione delle banche, nel caso spagnolo, quando sarà in vigore l’ESM. Ma nessun grande cambiamento – sottolineano fonti di governo – sul fronte dello scudo antispread. Dove invece “valgono gli strumenti già esistenti EFSF e ESM, e le linee guida già concordate”, ha spiegato la cancelliera davanti a un Bundestag più rumoroso del solito. Il che vuol dire: Memorandum of understanding, “sulla base però delle raccomandazioni date dalla Commissione nella cornice del patto di Stabilità e crescita”, e “i controlli” del caso. Non affidati alla Troika, dal momento che gli interventi sul mercato secondario (leggi acquisto dei bond) richiedono una supervisione solo europea. Sarà quindi una Troika ‘zoppa’: Bce e Commissione, senza il Fmi. Dopo i diversi distinguo, tracciare efficacemente una linea fra la vittoria e la sconfitta è insomma più arduo di quanto sia sembrato stamani all’alba. Fatto sta che a Berlino fonti governative concedono che vi sia spazio per maggiore “flessibilità” nelle valutazioni delle situazioni di Roma e Madrid, già molto avanti con le riforme. E il quadro politico registra la “sconfitta” di Frau Merkel: l’opposizione gongola inneggiando alla “svolta” della cancelliera (non importa che abbia perso a Bruxelles, ciò che conta è il futuro dell’Europa”, ha detto la leader dei Verdi Claudia Roth) e i partner sono sempre più scettici. Tanto che c’é chi ha tentato di far slittare l’approvazione del patto di Bilancio e dell’Esm per “riapprofondire” la questione. Trapela la delusione di alcuni elementi del governo rispetto alla fuga in avanti di Mario Monti, che fin dalle prime ore del mattino ha reso dichiarazioni forti sugli esiti del vertice, impugnando a spada tratta la vittoria. E non è piaciuto alla cancelliera essere messa al muro – c’é chi a Berlino fra gli alti ranghi lo ha definito un ‘ricatto’ – con quel veto posto dall’Italia sul pacchetto della crescita, fondamentale per le trattative interne in Germania, dove senza crescita e tobin tax stasera non si sarebbero recuperati i voti della opposizione. Insomma Monti, che tutti apprezzano e stimano in Germania, ha sorpreso, anche un po’ spaventato i tedeschi. La cancelliera però ha difeso la linea del gioco duro del professore negli incontri delle frazioni parlamentari. Ed è stato poi Wolfgang Schaeuble ad affrontare per tutti la metafora calcistica, distendendo i toni: “Non mi piace che si dica che abbia vinto Roma o Berlino, il calcio è altra cosa. Qui si prendono le decisioni giuste per l’Europa”. E sulla vera partita? Quella stravinta da Balotelli? A Berlino si tace: è tangibile la delusione. Solo qualche portavoce di Governo fa i complimenti agli italiani.

 

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