CASERTA – Il centro sociale ex Canapificio e l’associazione dei senegalesi di Caserta annunciano con una nota che si costituiranno parte civile nel processo che domani si aprirà al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di 12 vigili urbani del comando di Caserta ritenuti responsabili di una retata avvenuta nell’aprile del 2006 nelle abitazioni di alcuni immigrati senegalesi; un blitz nel corso del quale, secondo l’accusa, sarebbero avvenute violenze e irregolarità non giustificabili nei confronti degli extracomunitari.

L’operazione, che fu definita dai centri sociali e dalle associazioni di volontariato una vero e proprio “rastrellamento”, sollevò molte polemiche fino alle scuse reciproche tra il primo console dell’Ambasciata senegalese e l’allora prefetto Maria Elena Stasi e i rappresentanti delle istituzioni locali. Fu l’allora comandante Francesco Delvino a ordinare il blitz con l’obiettivo di individuare un venditore ambulante senegalese il quale, per sottrarsi ad un controllo, aveva tentato qualche giorno prima di investire con la propria vettura un ufficiale dei vigili casertani, rimasto leggermente ferito. Subito dopo l’operazione i senegalesi, tutti venditori ambulanti, accusarono i caschi bianchi di averli prelevati di forza dalle loro abitazioni, messe tra l’altro a soqquadro, e di averli condotti al comando e rinchiusi in piccole celle fino al mattino successivo. Il blitz si concluse con semplici verbali di identificazione e nessuna ipotesi di reato formulata.

 

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