Dopo quasi sei mesi il gip di Grosseto Valeria Montesarchio ha revocato gli arresti domiciliari a Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia, al timone della nave da crociera quando finì contro gli scogli all’isola del Giglio il 13 gennaio scorso. Un disastro che provocò la morte di 32 persone.

Il giudice ha disposto l’obbligo di dimora nella sua Meta di Sorrento (Napoli) che mai gli ha fatto mancare il suo supporto e che malgrado tutto lo ha sempre difeso come testimonia la scritta sul muro di fronte all’ingresso del palazzo di Schettino al civico 10 di vico San Cristoforo: “stampa e tv = infamità”. L’avvocato Leporatti, legale di Schettino, ha fatto sapere che l’ex comandante della Concordia ha reagito alla notizia con calma. “La Procura ha ritenuto che le esigenze cautelari dovevano ritenersi attenuate”, ha detto l’avvocato Leporatti. “Si sta facendo troppo rumore su una cosa dovuta. Schettino – è stata la replica del procuratore di Grosseto Francesco Verusio – doveva essere messo fuori perché più di tanto non poteva starci. Per legge gli arresti domiciliari non possono superare i sei mesi. Siamo soddisfatti che il gip abbia disposto l’obbligo di dimora per Schettino”. La decisione del gip di Grosseto è stata notificata a Schettino dai carabinieri di Meta, alle 12,30, e i primi a fargli visita sono stati il fratello Salvatore e la sorella Giulia, che poi durante la giornata più volte, ma in momenti diversi si sono recati a casa sua. Entrambi si sono rifiutati di rilasciare commenti. Nel pomeriggio anche il presidente della casina dei capitani di Meta, Michele Miccio, si è recato a fare visita a Schettino. E anche da lui un secco no-comment. Intanto, la calca di giornalisti ha attirato un turista svedese che ha fatto fotografie della casa del comandante. “Siamo stati in silenzio finora e continuiamo a stare in silenzio”, ha detto al citofono una donna che ha risposto dopo qualche sollecitazione dei giornalisti accorsi sotto l’abitazione di Schettino dopo la notizia della revoca dei domiciliari. A tenere banco, comunque, è il memoriale di Schettino in cui ha ricostruito le fasi della manovra effettuata davanti al Giglio. Un memoriale auto assolutorio in cui sottolinea l’efficacia del suo operato, nega di essere stato un codardo e ribadisce di avere preso decisioni che hanno consentito di salvare numerosissimi passeggeri con una “mano divina sulla mia testa” che gli ha consentito di evitare una “ecatombe”. “Subito dopo l’incidente – scrive Schettino -, avrei potuto affermare: ‘Ma dove mi avete fatto sbattere? Cosa mi avete fatto combinare?’.. ma non sono un codardo, in quel momento bisognava essere lucidi, la priorità non era individuare i colpevoli, ma agire, senza perdere la calma”. “Il mio cordoglio – scrive sempre il comandante – va alle famiglie colpite negli affetti più forti. Il loro dolore è anche il mio e mi sento di ribadirlo con forza…”. “La nave sarà ricostruita, le assicurazioni ci sono per questo – prosegue Schettino -. La Concordia è già oggetto di disputa per la ricaduta economica che crea il suo smantellamento, ma le persone non potranno purtroppo ritornare in vita e le ferite più profonde rimarranno a poche persone. E per tutta la vita”. “Il dilemma era – scrive ancora Schettino sul naufragio della Costa Concordia – evacuare o non evacuare la nave? Evacuare oltre 4 mila persone con una nave in movimento ha i sui rischi. Disporlo sarebbe stato quasi una liberazione per me, ma la coscienza non mi ha concesso di farlo a cuor leggero…”. Perciò, prosegue Schettino, “il rischio che le vittime fossero maggiori nessuno lo ha messo in conto, nessuno ne ha parlato ma era una concreta possibilità”. Poi un passaggio lo dedica alla scatola nera: “mi fa rabbia e tristezza ascoltare il contenuto della scatola nera, osservare il radar degli attimi prima dell’incidente. Ma ogni mia pena e rammarico è in minima parte alleviato dalla consapevolezza di avere evitato, virando, una strage”. “Non è mio costume biasimare gli altri – continua Schettino -, voglio solo precisare che fino all’ultimo, e anche dopo l’incidente, è stato negato che stavamo percorrendo una rotta che ci avrebbe portato direttamente sugli scogli”.

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