NAPOLI – “Una cosa è la spending review, i tagli alle spese di funzionamento e su questo siamo tutti d’accordo, diverso è quando diventa manovra”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, nel corso della trasmissione ‘In onda’ su La7, in merito alla spending review e ai tagli previsti per la sanità in merito ai quali oggi, aveva sostenuto: “Se i tagli sono questi sarebbe meglio aumentare l’Iva”. “Ho fatto una provocazione – ha sottolineato – .Se devi toccare la carne viva dei cittadini allora meglio avere un piccolo pezzo di Iva in più”.

“Come Regioni, abbiamo posto un problema reale – ha affermato – Quando incidi sulla sanità, e abbiamo detto anche trasporti, colpisci i cittadini”. I tagli alla sanità arrivano “a metà anno” e “incidono realmente sui cittadini”. “Se devi toccare loro, incidere sui livelli essenziali di assistenza, welfare reale oltre che diritto costituzionale che noi dobbiamo garantire e non siamo in grado di farlo, allora sarebbe meglio pensare a un piccolo pezzo di quell’Iva”. In termini di tagli, Caldoro ha ricordato che le Regioni “hanno fatto passi avanti” e che, “nelle ultime sette manovre” sono quelle che hanno dato maggiore contributo a risanamento nazionale vale anche per enti locali”. Serve, però, “la gamba della crescita” perché, ha spiegato, “il debito lo riduci se c’è crescita economica”. Per Caldoro, il modello europeo “è andato in crisi, regalando, in parte, un vantaggio competitivo alla Germania”. “Se guardiamo i dati economici – ha sottolineato – ci sono indicatori positivi per la Germania, mentre in tutti gli altri Paesi sono negativi”. “E’ evidente – ha commentato – che qualche problema di equilibrio c’é”. All’europarlamentare Matteo Salvini, esponente della Lega, il quale ha detto più volte che non si può parlare di un Nord dove “c’é gente che spreca”, Caldoro ha ricordato che, sul fronte della sanità, in Campania “ogni cittadino perde 60 euro pro capite in trasferimenti rispetto ad altre Regioni”. “In Campania abbiamo 3.000 dipendenti in meno del Veneto, pur avendo, noi 500 mila abitanti in più – ha concluso – .Vanno guardati la qualità della spesa e le performance, non solo i dati storici”.

 

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