Un uomo della Jihad Islamica e’ stato ucciso in queste ore nella Striscia di Gaza da un missile aria-terra israeliano, lanciato dopo un giorno di tregua di fatto seguito al botta e risposta prolungato fra razzi e raid innescato dagli attacchi terroristici di giovedi’ a nord di Eilat.
Lo ha confermato oggi un portavoce militare a Tel Aviv, confermando informazioni analoghe rimbalzate da Gaza. Il portavoce ha aggiunto che un precedente raid aereo, compiuto nella notte, aveva preso di mira postazioni di miliziani che cercavano di lanciare razzi. Poi, a prima mattina, due colpi di mortaio – tirati da una cellula della stessa Jihad – sono finiti in territorio israeliano, nella regione del Neghev, esplodendo tuttavia in un’area disabitata e senza fare danni. Dopo l’escalation dei giorni scorsi, l’altro ieri sera e’ stata formalizzata una tregua di fatto tra Israele e le fazioni palestinesi di Gaza, attraverso un accordo tacito mediato da negoziatori egiziani e funzionari dell’Onu. L’annuncio in questo senso di Hamas -la fazione islamico radicale che ha il potere a Gaza – e’ stato tuttavia disconosciuto da un paio di sigle minori e soprattutto dalla Jihad Islamica (secondo raggruppamento per capacita’ di fuoco nella Striscia), che fin da ieri ha fatto sapere di non sentirsi vincolata ad alcuna interruzione degli attacchi contro obiettivi israeliani.