Sigarette per oltre 5 tonnellate e mezzo sono state sequestrate al porto di Trieste, dopo i controlli effettuati dall’Agenzia delle Dogane e dalla Guardia di Finanza, la cui azione ha permesso di individuare un consistente traffico di tabacchi lavorati esteri, provenienti dall’area balcanica, con il conseguente sequestro di 5.658 chilogrammi di ‘bionde’ marcate FM.

“Il monitoraggio dei fattori di rischio, effettuato sui flussi mercantili di container che interessano l’area portuale triestina – riferisce la Gdf – ha consentito di tracciare i percorsi del tabacco fortemente sospettato d’essere di contrabbando. Le indagini svolte, infatti, hanno messo in evidenza svariati segnali di allarme, riconducibili anzitutto alla fittizia esistenza delle societa’ coinvolte nelle spedizioni: circostanza che induce a ritenere il mercato illecito nazionale ed europeo quale destinazione naturale del tabacco posto sotto sequestro”. Lo svuotamento dell’intero contenitore e l’analisi della merce, condotta tanto sugli imballaggi quanto sulle confezioni di sigarette, ha rivelato l’apposizione del marchio Made in Italy. Gli accertamenti hanno poi portato a ipotizzare una falsa indicazione di provenienza, sanzionata dal codice penale relativo alla “vendita di prodotti industriali con segni mendaci”. Le indagini, infatti, non hanno fatto emergere alcuna giustificazione commerciale a prova di una produzione italiana del tabacco; “circostanza – sottolineano dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia della Dogane – che aumenta il rischio per la salute dei consumatori”.

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