NAPOLI – L’ex capo della squadra mobile di Napoli Vittorio Pisani, imputato nel processo su riciclaggio legato ad alcuni ristoratori della città, è stato interrogato oggi per circa un’ora e mezzo dai pm titolari dell’inchiesta, Sergio Amato ed Enrica Parascandolo.
I magistrati gli avevano notificato nei giorni scorsi un invito a comparire contestandogli il reato di concussione per il ritrovamento di una parte del bottino del furto alla trattoria Vanvitelli: è stato dunque modificato il capo di imputazione, che in precedenza era corruzione. La vicenda risale ad alcuni anni fa. In seguito a un furto nel locale, che appartiene a un cognato di Marco Iorio, ritenuto il promotore dell’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro “sporco”, Pisani si adoperò, assieme al dirigente della sezione Antirapine Massimo Sacco, indagato per concussione in concorso con lui, per recuperare una parte della refurtiva, che fu restituita al proprietario. Uno dei ladri, Sergio Schisano, fu identificato grazie al filmato delle telecamere a circuito chiuso, fu fotosegnalato e poi rimandato a casa senza che gli atti fossero trasmessi in Procura. La vicenda é finita al centro dell’inchiesta dei pm della Dda, coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico. Proprio sulla mancata trasmissione degli atti, Pisani è stato chiamato a rispondere. L’ex capo della squadra mobile, assistito dagli avvocati Giovanni Cerino e Salvatore Nugnes, ha affermato che si trattò di una mera dimenticanza. I dati relativi a Schisano, ha aggiunto Pisani, furono puntualmente inseriti nello Sdi, la banca dati comune a tutte le forze di polizia; se si fosse voluto tenere nascosta la vicenda, ha sostenuto, questo passaggio non sarebbe stato fatto. Pisani, oggi in forze allo Sco, ha anche ipotizzato che gli atti siano andati persi nel corso di un trasloco che avvenne in quel periodo negli uffici della squadra mobile.