Tutto comincia a maggio quando una trentenne di origine marocchina si presenta presso l’Ufficio Immigrazione della Questura per ottenere il permesso di soggiorno. La donna, all’epoca clandestina, presentò un certificato di matrimonio contratto con un cinquantottenne della provincia di Frosinone al fine di ottenere la regolarizzazione sul territorio nazionale per motivi di famiglia.

Acquisita l’istanza ha inizio l’iter per il conseguimento del titolo richiesto e quindi gli accertamenti per verificare l’effettiva convivenza della donna presso il domicilio coniugale dichiarato. Le verifiche davano esito negativo: gli sposi non avevano mai convissuto e ciò ha determinato l’adozione, da parte della Questura, di un provvedimento di rigetto dell’istanza presentata. A rimanere sorpresi sono stati proprio i due finti coniugi quando oggi presentatisi all’Ufficio Immigrazione per informarsi sullo stato della pratica scoprono che è stata rigettata. Ma non finisce qui. L’uomo infatti incredulo del respingimento, ha voluto aggiungere delle dichiarazioni. Ha affermato di aver visto la “ moglie” due volte: il giorno del matrimonio e questa mattina. Ha aggiunto inoltre di essersi accordato con la sorella della “ moglie” per stipulare un matrimonio di comodo per facilitare il rilascio del permesso di soggiorno , ottenendo in cambio una somma di denaro che fino ad oggi ammonta a mille euro. La singolare “ storia d’amore” non finisce con un lieto fine, ma con la denuncia nei confronti degli sposi. Il marito e la sorella della moglie per favoreggiamento all’immigrazione clandestina, la consorte per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, oltre che con un provvedimento, previo nulla osta dell’autorità giudiziaria, di espulsione.

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