Anche se con quasi sei anni di ritardo, e’ stato infine esaudito l’estremo desiderio espresso sul letto di morte da George Avery, olimpionico australiano del salto triplo, in cui vinse la medaglia d’argento ai Giochi di Londra 1948: mentre ieri sera allo stadio di Stanford era in corso la finale della stessa specialita’, che avrebbe visto tra l’altro l’azzurro Fabrizio Donato conquistare il bronzo, la figlia dell’anziano ex atleta deceduto nel settembre 2006, e cremato come da sua disposizione, ha furtivamente aperto l’urna che ne conteneva le ceneri, e le ha sparse in aria, in modo che si depositassero sulla corsia di partenza dei triplisti.
“Avevamo gia’ deciso di riportare mio padre qui a Londra”, ha poi raccontato la donna, Robyn Glynn, all’emittente radiofonica del network pubblico ‘Abc’, “ma purtroppo mori’ diversi anni fa”. Quando la capitale britannica fu scelta per ospitare l’edizione 2012 dei Giochi, Robyn non ebbe dubbi: avrebbe realizzato le ultime volonta’ del padre. A tempo debito acquisto’ per se’ e per i familiari i biglietti per assistere alla finale del triplo, e nei giorni scorsi insieme a loro ha preso un aereo da Sydney alla volta del Regno Unito. “Ieri ci siamo piazzati a bordo pista”, ha spiegato, “ho aperto l’urna, e la brezza ha condotto le ceneri fino alla fossa di sabbia dei saltatori. E’ li'”, ha concluso, “che lui avrebbe senz’altro voluto tornare”. In vita Avery, nativo del Nuovo Galles del Sud e morto a 81 anni, custodiva gelosamente la medaglia olimpica in cassaforte ma, quando Sydney ottenne i Giochi del Millennio, comincio’ a esibirla in giro, in occasione di conferenze e incontri con gli studenti, organizzati dalle autorita’ sportive dell’Australia per promuovere la pratica sportiva tra i giovani.