SAN GREGORIO MATESE – La scrittura come specchio e leva per coltivare il senso di appartenenza di una comunità territoriale .E’ intorno a questo concetto, sottolineato nel corso della tavola rotonda, svoltasi domenica a S. Gregorio Matese in occasione della terza giornata de “La notte dei briganti” in una villa comunale, più curata, ritornata ad essere un polmone di riflessione. A parlare di letteratura, memoria sociale, terra, una casa editrice emergente nel panorama regionale (Spartcaco di S.Maria Capua Vetere) due scrittori, Roberto Perrotti e Alberico Bojano che ha presentato la sua raccolta di brevi racconti”Squarci di via brigante”, un’opera narrativa che si è misurata, ed alimentata, con la dimensione di quel complesso ambivalente fenomeno storico e storiografico che è stato ed è il brigantaggio post-unitario.

A tirare gli spunti e le implicazioni di questo intreccio di narrazione e fatti storici Gianfrancesco D’Andrea, giornalista del “ Mattino” e direttore di Clarus. “Si tratta di otto racconti molto brevi ma molto densi- ha spiegato Pernotti, dopo aver distinto la diversità tra lavoro narrativo e quello storico. Ma l’autore di “Passodincanto, Trilogia dei Capperi , Dell’Acqua perduta”, ha voluto ricordare proprio l’antecedente storico-storiografico di cui è stato artefice Boajno con il volume “Briganti e senatori” ( “fondante di tutta la sua produzione” ha detto Pernotti – un saggio da ristampare in cui è ben focalizzata l’attenzione al piano macro-nazionale e micro-locale ) parlando di “traduzione in chiave narrativa di quel saggio in cui ben si fondono personaggi e luoghi descritti . Per di più con una scrittura musicale che sa di tradizione orale” rievocando un altro libro, questa volta del padre di Alberico(“leggende e storie delMatese”) che ascoltava davanti al caminetto dalla voce della nonna”. Ma non è stato l’unico elemento rimarcato da Perrottinel suo intervento : “quello che mi ha colpito è stato il titolo “squarci” che lasciano pensare a ferite ,lesioni o meglio ancora a stralci” con riferimento al saggio storico prima citato. Il campo di applicazione del concetto di senso di appartenenza è stato illustrato dall’autore di “squarci di vita brigante” : la scrittura è uno strumento per riscoprire storie passate , anche distanti ma che servono ad alimentare il senso di appartenenza di ognuno che non significa solo senso di rivendicazione ma rispetto del luogo in cui si vive . Ecco essere brigante significa amare la propria terra” ha concluso Boiano i cui racconti saranno diffusi e distribuiti anche in ambito scolastico come ha dichiarato il sindaco,Giuseppe Mallardo, che aveva ringraziato lo scrittore e storico e la famiglia per l’impegno disinteressato messo in campo in tanti decenni a favore della comunità di S.Gregorio Matese. Il lato storico- storiografico è stato trattato da Tiziana Di Monaco che, rispondendo alle sollecitazioni di D’Andrea, sulle problematiche ancora vive del brigantaggio, ha ricostruito le tappe della casa editrice prima impegnata sulla saggistica libertaria e poi aperta a dare voce a fatti e storie di resistenza. “Dissensi” è la parola che unisce queste voci, è il filo conduttore di queste sensibilità che non deve però significare scivolare nel mito e negli eroi. L’importante è far parlare tutti attraverso studi che siano quanto più aderenti ai processi storici anche toccando le corde del cuore” ha detto la rappresentante della casa editrice sammaritana. Presente anche Don Marcello Caravella, ex parroco di S.Gregorio Matese.

 

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