La corsa al ribasso di Facebook non si ferma. I titoli del social network continuano la loro parabola in discesa e toccano nuovi minimi, affondando sotto i 19 dollari a 18,75 dollari per azione, ovvero più che dimezzati rispetto ai 38 dollari del prezzo fissato nell’ipo. Una sfiducia, quella degli investitori,

che non risparmia neanche Groupon, dove è scattata la fuga dei grandi big che avevano scommesso fin dall’inizio sul sito di sconti online. Brilla invece Apple che, di record in record, sale in borsa spinta dai rumors sul prossimo lancio dell’iPhone e del mini iPad: Cupertino è la società che vale di più di tutti i tempi, con una capitalizzazione di mercato di oltre 619 miliardi di dollari, ovvero più del precedente record di 618,9 miliardi di dollari di Microsoft nel dicembre 1999. Apple vale 200 miliardi più di Exxon Mobil, la seconda società per capitalizzazione di mercato mentre Microsoft, Wal Mart e Ibm completano la top 5.

E secondo gli analisti la corsa di Apple non è destinata a fermarsi: per molti Cupertino è ancora sottovalutata e dovrebbe aver un prezzo di 900 dollari per azione, a fronte dei 663,30 dollari attuali, divenendo così la prima società con una capitalizzazione di mercato da 1.000 miliardi di dollari. Delusi dalle perfomance e con scarsa fiducia in quelle che avevano scommesso essere aziende in grado di trainare un nuovo boom di internet, gli investitori prendono le distanze da Facebook e Groupon, due delle ipo più attese dell’ultimo anno, assieme a Zynga, anche lei pesante in Borsa. La caduta di Facebook, che nel corso della seduta brucia parte delle perdite di giornata e inverte rotta, alimenta le speculazioni sulla possibile inadeguatezza di Mark Zuckerberg alla guida dell’azienda, con alcuni che ne chiedono il cambio dello ‘status’ sul proprio profilo per quanto riguarda il lavoro.

“E’ senza dubbio un genio per aver lanciato la società ma questo non si traduce necessariamente nel saper guidare una società quotata”, affermano alcuni analisti, secondo i quali se i problemi persistessero il consiglio di amministrazione dovrebbe considerare un cambio al vertice. Facebook non è la prima società ad avere difficoltà nella transizione da start up e quotazione: altre aziende, come Yahoo! e Apple, hanno dovuto accantonare i loro fondatori e affidarsi a degli esterni almeno all’inizio, per poi tornare nella braccia di chi le ha fondate, come il caso di Cupertino. Secondo altri analisti, invece, Zuckerberg può stare tranquillo perché l’essere il maggiore azionista gli garantisce di essere intoccabile.

 

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