NAPOLI – La rassegna Teatri di Pietra in Campania 2012, nell’affascinante sito di Villa Imperiale Pausilypon a Napoli, ospiterà, giovedì 23 agosto 2012 alle ore 21.30, lo spettacolo Del Minotauro, drammaturgia da Cortazar e Dürrenmatt, con Cinzia Maccagnano, Carlo Vitale, Carlotta Bruni,

Rosaria Iovine, Rosa Merlino, Sara Rossi. Presentato da Mda Produzioni e Bottega del Pane, l’allestimento si avvale delle coreografie a cura di Aurelio Gatti, le musiche di artisti vari, la regia di Aurelio Gatti e Cinzia Maccagnano. La vicenda del Minotauro è un mysterium tremendum, che attira e respinge per l’animalità e umanità del mito, per il mistero del diverso, incompreso e inspiegato‚ alieno e alienante‚ interamente avulso da quanto è familiare e noto.

Sulla figura del Minotauro pesa il fato dell’innocente‚ dell’innocentemente crudele‚ dell’essere incolpevole condannato dagli Dei ad essere crudele e, allo stesso tempo, ad essere colpito per quella crudeltà. Grava su di lui la colpa di lussuria della madre e del mondo, manifestando non solo il destino della bestia, che è quello di essere sacrificata, ma anche il prorompere della bestialità nell’uomo, punita con la morte, necessaria e ingiusta. Nel Minotauro infelice‚ abitatore delle tenebre inestricabili‚ si rilegge e s’identifica la storia di un mondo femminile contemporaneo costretto: Arianna e il Minotauro‚ stessi protagonisti di un unico sentire.

E’ la storia del Minotauro, di Arianna, di Teseo e del labirinto, in cui Arianna affida il famoso filo a Teseo (qui un eroe sciocco e presuntuoso) non per aiutarlo ad uscire dal labirinto, ma per rivedere suo fratello, il Minotauro, del quale è innamorata. Arianna sa bene che il Minotauro può distruggere Teseo in un sol colpo, ma il Minotauro, che è il “signore dei giochi” di tutti i giovinetti inviati nel labirinto per il presunto sacrificio, sceglie invece di farsi uccidere dall’arrogante eroe per ottenere sempre l’assoluta vittoria: popolare i sogni degli uomini fino alla fine del tempo. In questa figura, passibile di molte interpretazioni, è possibile percepire la brutalità istintiva, l’eros, la carica primigenia della natura, così come dell’uomo, che afferma con violenza il proprio diritto a possedere. Brutalità e violenza, che si mascherano sotto mille facce, possono prendere, oggi, quella del potere economico, politico, culturale, sessuale, razziale o anche tutte quante insieme. Una violenza che attraverso mille canali può entrare anche nella nostra vita.

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