Due monaci tibetani sono stati condannati a 10 e 13 anni di prigione per aver aiutato un loro compagno a darsi fuoco per protesta il 16 marzo scorso. In precedenza un terzo monaco era stato condannato per la stessa ragione a 11 anni di detenzione.

I processi contro i tre monaci, accusati di ”omicidio volontario” rappresentano un ”modo del tutto nuovo delle autorita’ cinesi di rispondere alle proteste”, secondo l’ esperto di Tibet della Columbia University Robert Barnett. ”In precedenza non avevamo visto quest’ uso cervellotico della legge”, ha aggiunto Barnett. Il giovane monaco Phuntsog, del monastero di Kirti nella provincia cinese del Sichuan, si e’ stato fuoco il 16 marzo per protestare contro la repressione cinese e chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader tibetano e premio Nobel per la pace che vive in esilio in India. Nei giorni seguenti, secondo i gruppi di esuli tibetani, il monastero e’ stato circondato e decine di monaci arrestati e inviati ai campi di rieducazione attraverso il lavoro. Da marzo ad oggi almeno altri due monaci hanno seguito l’ esempio di Phuntsog e si sono suicidati per protesta dandosi fuoco. Il piu’ recente caso di autoimmolazione si e’ verificato nel monastero di Nyitso, non lontano da Kirti, sempre nel Sichuan, dove si e’ suicidato un giovane monaco di nome Tsewang Norbu.

 

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