Dopo la leggendaria Tigre della Tasmania, l’isola australiana si prepara all’estinzione di un’altra specie: quella dei fumatori. I tabagisti, infatti, sono destinati a diventare una minoranza che invecchia fino a scomparire, non tanto per le malattie cardiovascolari o il cancro,

quanto perché sarà lentamente soppiantata da generazioni di non fumatori, per legge. L’idea è venuta ad alcuni legislatori dell’isola-stato dell’Australia a sud-est del continente, che sono riusciti a far passare alla Camera Alta di Hobart (il capoluogo) un disegno di legge che intende proibire per legge la vendita di sigarette e tabacco a chiunque sia nato a partire dal primo gennaio del 2000, una volta che avranno compiuto i 18 anni. Cioè allo scattare dell’età che finora, in base alla legge vigente, avrebbe consentito loro di poterle comperare. In pratica, chi in Tasmania è nato nel nuovo millennio non potrà mai più acquistare sigarette legalmente. Certo, abolire ‘tout court’ il fumo non avrebbe molto senso e sarebbe difficile da mettere in pratica: “Un’arbitraria messa al bando sarebbe un compito molto difficile per la polizia”, ammette, citata dal sito dell’emittente pubblica Abc, Michelle O’Byrne, ministra della Sanità della Tasmania, lo stato australiano con il più alto tasso di tabagismo e con un sistema sanitario sottoposto a pesanti critiche per le sue presunte insufficienze. “Tuttavia, stabilire che coloro che legalmente vendono sigarette non potranno venderle a persone di una certa età è invece plausibile”. Il concetto alla base del provvedimento in iter è che, tendenzialmente, è più facile che sia un giovane a introdurre un altro giovane al fumo o a offrirgli le sigarette. Ma quando le nuove generazioni raggiungeranno la maggiore età, la complicità fra fumatori è destinata a spegnersi, lentamente ma inesorabilmente. Perchè lentamente ma inesorabilmente è destinata a cambiare la mentalità. Certo, ci sarà sicuramente chi si farà comprare il tabacco da qualcun altro, e sicuramente sorgerà un mercato nero, come per le droghe, come in qualsiasi regime proibizionista. Non ci si potrà fare nulla. O almeno, ammette Jann Smith, del Consiglio su alcol, tabacco e droga della Tasmania, “ci saranno sicuramente conseguenze a cui non abbiamo ancora pensato”. Ma le abitudini generazionali – sono pronti a scommettere gli ideatori del provvedimento – si modificheranno e i fumatori saranno sempre di meno, man mano che i “vecchi fumatori” diverranno una minoranza. Insomma, il tempo giocherebbe contro il fumo. E lo farebbe anche lo spazio: l'”insularità” della Tasmania diverrebbe un fattore di successo dell’esperimento. Insularità o meno, secondo il sito del quotidiano The Australian, l’idea nata a Hobart sarebbe già allo studio di qualche legislatore a Singapore e in Finlandia.

 

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