Sulla richiesta di salvataggio della Spagna “sto aspettando le decisioni della Banca Centrale Europea. Su quella base agirò nell’interesse dell’euro e della Spagna. Quando ci sono Paesi che si finanziano a tassi negativi e altri a prezzi insopportabili, vuol dire che qualcosa non va nell’unione monetaria.
Se le modalità di intervento della Bce saranno positive per l’insieme dell’Europa ne farò richiesta, altrimenti no”. Parole del primo ministro spagnolo Mariano Rajoy intervistato dal Corriere della Sera e da altri quotidiani europei (Abc, Bild am Sonntag, Journal du Dimanche). “Quando si è prodotta la crisi economica mondiale – precisa -, nel 2008 e 2009, i governi europei hanno iniettato nel settore finanziario una cifra pari a 1.500 miliardi a favore delle banche. Tutti i Paesi, il Regno Unito, la Germania, hanno immesso liquidità. La Spagna no e ora deve farlo. Siccome però é oggi molto più difficile ricorrere ai mercati abbiamo chiesto aiuto. Il risultato di quel prestito da massimo 100 miliardi sarà un sistema finanziario sicuro con una supervisione senza precedenti. Un vantaggio per noi e per l’euro. Con lo stesso spirito deciderò eventuali altri aiuti”. “L’Europa a volte è di una lentezza esasperante – afferma -. Una situazione come questa è insostenibile, non può durare a lungo. Sono soprattutto i dubbi sull’euro a provocare l’aumento dello spread”. “Qui o si procede tutti insieme o non ci si muove – sottolinea Rajoy -. La responsabilità del processo europeo è di tutti gli europei. Entro questa responsabilità condivisa, è certo che non si può avanzare senza l’intesa con la Germania che ha il maggior numero di abitanti e il Pil più consistente”. La Spagna, assicura, “sta già seguendo” le direttive stabilite per gli aiuti ai Paesi in difficoltà ed “é difficile trovare un governo che in otto mesi abbia fatto tante cose. Abbiamo aumentato le tasse, riformato il mercato del lavoro, varato una legge sul Patto di bilancio che è già nella Costituzione, stiamo riformando il sistema finanziario”.