Bersani parli chiaro a Vendola. Se va avanti il referendum viene meno ogni idea di alleanza. O la lotta o il governo. No caravanserraglio”. Lo scrive Marco Follini su twitter a proposito dei quesiti sulla riforma Fornero depositati ieri in Cassazione, tra gli altri, da Nichi Vendola e Antonio Di Pietro.

Con il Pd “sto costruendo un’ alleanza, non sto praticando una resa”. Per questo non c’é nessun “disagio” né “imbarazzo politico” da parte di Nichi Vendola, dopo aver presentato insieme all’Idv i referendum contro la riforma Fornero, anche perché, come spiega lo stesso leader di Sel in una intervista al Repubblica, “il Pd non ha raccolto le firme nemmeno per il nucleare e l’acqua ma poi il corpo del partito è stato decisivo nella vittoria referendaria”. “La Fornero – spiega Vendola motivando la scelta di appoggiare i quesiti referendari – riporta indietro le lancette della storia all’epoca in cui il lavoro era merce povera e il lavoratore era solo. Questo è uno sfregio, una ferita che va sanata”. “Ovviamente – precisa – io spero che il nostro referendum sia superato dalle modifiche che saranno introdotte dalla maggioranza di centrosinistra” del prossimo Parlamento. Peraltro, “se un governo di centrosinistra non si pone come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita, il tema drammatico della precarietà dei giovani, la modifica dell’attuale modello di previdenza, che governo del cambiamento é? Che ci presentiamo a fare?”. In più, l’agenda di Bersani è centrata sul lavoro, “il suo proposito è di cambiare l’agenda di politica italiana. Il referendum va nella stessa direzione”.

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