Rendere più flessibile la disciplina generale del rapporto di lavoro ma estenderla a tutta l’area del lavoro dipendente e fare in modo che, nell’ambito dei rapporti di lavoro subordinato la domanda di lavoro torni a indirizzarsi verso il contratto a tempo indeterminato”.

E’ l’obiettivo della riforma del lavoro come spiega il ministro Elsa Fornero in una lettera al quotidiano la Repubblica, sottolineando che si tratta “di un primo passo”. “E’ verosimile – prosegue il ministro del Lavoro – che occorrerà fare di più in futuro, in questa direzione, per correggere l’inaccettabile dualismo del nostro mercato del lavoro”.

“Il governo – scrive il ministro – ha cercato di conseguire un buon equilibrio tra gli interessi contrapposti delle parti, nella consapevolezza che la flessibilità è un valore per le imprese se e quando aumenta la produttività del lavoro, ma diventa un problema sociale rilevante quando si trasforma in precariato per vasti segmenti della popolazione come i giovani e le donne”. Fornero respinge l’accusa di ‘costruttivismo’, avanzata sul quotidiano nei giorni scorsi da Alessandro De Nicola: “Si è trattato semplicemente di una normale (e, ritengo, buona) regolazione di un mercato che non è mai stato, in alcun Paese ad economia avanzata, un mercato come gli altri. Ed è altresì fuorviante la contrapposizione, istituita da De Nicola, tra regolazione e rilevanza del merito. Al contrario, la regolazione deve creare le condizioni che spesso non tendono a crearsi da sole, affinché il merito possa essere riconosciuto e premiato”.

 

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