Al grido di ‘il popolo richiede giustizia sociale” oltre 400 mila dimostranti hanno dato vita la scorsa notte in diverse citta’ del Paese a quella che viene definita dalla stampa ”la protesta sociale piu’ massiccia nella Storia di Israele”. ”Oggi e’ nato un nuovo israeliano: non piu’ arrendevole di fronte al potere, ma determinato a lottare per i propri diritti” ha detto ai dimostranti di Tel Aviv (oltre 300 mila, stipati in una piazza del centro) Yitzik Shmuli, uno dei dirigenti del movimento di protesta. Grandi folle di dimostranti sono state registrate anche a Gerusalemme e a Haifa.

Costituitosi in forma spontanea e sorprendente alla meta’ di luglio, da oggi il movimento di protesta cambiera’ le tattiche di lotta. Gran parte degli accampamenti allestiti dai dimostranti nei centri della grandi citta’ saranno ora smontati. Secondo Shmuli e’ necessario adesso verificare quali consigli saranno inoltrati al premier Benyamin Netanyahu da una commissione di economisti guidata dal professor Manuel Tajtenberg. Lo stesso Shmuli intende sottoporgli nei prossimi giorni una serie di richieste. Qualora il governo deludesse le aspettative, ha anticipato, saranno indette nuove proteste. Netanyahu, per bocca dei suoi portavoce, ha assicurato che entro la fine del mese prendera’ primi provvedimenti per venire incontro alle richieste della piazza. A quanto pare si trattera’ di sgravi fiscali, di maggiori investimenti nella educazione e di iniziative nel campo dell’ edilizia pubblica. Il premier sembra inoltre intenzionato a limitare quello che viene indicato come uno ”strapotere” di alcuni gruppi economici.

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